La Uilposte di Cosenza condivide le preoccupazioni e le denunce presentale all’opinione pubblica dalla struttura di Reggio Calabria, in quanto «disparate, analoghe e repellenti segnalazioni pervengono dal territorio provinciale, con particolare riguardo alla irregolare gestione dei portalettere».

E’ quanto afferma in una nota il sindacato, evidenziando come da tali segnalazioni «emerga un comportamento gestionale che in molti casi travalica i dettami posti in capo a chi ha la responsabilità nella conduzione dei Centri di distribuzione della corrispondenza. Tali comportamenti sfociano nell’abuso di potere, negli interessi privati in atti d’ufficio, nella vessazione del personale e in rapporti incestuosi con ben indentificate organizzazioni sindacali».

«Quando il potere di un responsabile di bacino, nella certezza dell’impunità, garantitagli da terzi soggetti, scade nel falsificare i dati di produzione, per ottenere un beneficio personale, quando intima ad un lavoratore precario di non esercitare la propria libera scelta sindacale, quando ogni richiesta impropria e illegittima è condita dalla minaccia del mancato rinnovo contrattuale, in particolare verso i lavoratori precari, siamo di fronte a condizioni che vanno denunciate pubblicamente e, se il caso lo richiede, anche individualmente censurate».

«Forse – prosegue la nota – coloro che si macchiano di tali scorrettezze e vessazioni, sono guidati dall’illusione di essere gratificati dai propri mentori, senza sapere che sono solo un misero strumento nelle mani di chi non ha scrupoli a sfruttare i lavoratori aziendalmente e sottometterli psicologicamente, privandoli così della loro integrità morale. Un capitolo a parte è dedicato quanti, dietro le quinte dell’anonimato, spingono affinché questi soggetti mostrino indisturbati la loro protervia e meschinità, dimenticando che legare il proprio destino a chi offende la dignità dei lavoratori ha un prezzo che prima o poi deve pagare e non sempre è un costo solvibile».

La Uilposte cosentina annuncia, infine, di voler eseguire «uno screening a maglia stretta sul territorio e non vi saranno giustificazioni o lamentazioni assolutorie se qualcuno non sarà capace di resettare il proprio comportamento».