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Non solo Andrea Bonafede, ma anche Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono. E poi ancora Renzo Bono e Salvatore Bono. Sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza avrebbe usato Matteo Messina Denaro.
A fare la scoperta è stata la Procura di Palermo che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben quindici pazienti ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia.