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Notte tumultuosa per il Governo che in Consiglio dei Ministri ha fatto registrare più di una spaccatura sulla riaperture delle scuole. Il Pd infatti aveva chiesto di prolungare la didattica a distanza almeno fino al 15-16 gennaio, mentre Italia Viva e Movimento Cinque Stelle volevano che si ripartisse il 7 gennaio. Lezioni in presenza ovviamente al 50%. Poi la mediazione del premier, Giuseppe Conte che ha messo tutti d’accordo sull’11 gennaio.
Oggi, però, il capo dei presidi italiani, Antonello Giannelli ha tirato le orecchie al Governo (e anche alle regioni). «Fatico a capire le motivazioni di questo tira e molla continuo tra Regioni e Governo. Come le loro visioni possano essere così distanti se si basano sugli stessi dati. Riprendere la frequenza il 7 o l’11 gennaio non cambia la situazione di contagi, scuole e trasporti». In Calabria, così come in altre regioni, non esiste un nuovo piano del trasporto pubblico locale adeguato per evitare assembramenti che inevitabilmente favoriscono la circolazione del virus.