Esistono due cure sperimentali per il nuovo coronavirus. La prima terapia, secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, è in fase di sperimentazione all’ospedale “Spallanzani” di Roma, dove i medici hanno utilizzato due farmaci – il lopinavir/ritonavir, un antivirale utilizzato per l’infezione da HIV e che mostra un’attività antivirale anche sui coronavirus, e il remdesivir, un antivirale già utilizzato per la malattia da Virus Ebola e potenzialmente attivo contro l’infezione da nuovo coronavirus – per curare l’uomo cinese ricoverato nella Capitale insieme a sua moglie, dopo il breve soggiorno in albergo. Il cittadino asiatico, pochi giorni fa, è risultato negativo al test e quindi si può dire che è guarito.

La terapia utilizzata in Cina per combattere il nuovo coronavirus

In Cina, invece, i medici hanno sperimentato una terapia che utilizza il plasma dei pazienti guariti e uno di quelli ancora malati di Covid-19, dimesso di recente dall’ospedale della città di Wuhan, focolaio mondiale dell’infezione. Altre dieci persone riceveranno le stesse cure, sperando che faccia l’effetto sperato. Per quanto riguarda il vaccino, serviranno mesi per avere un prodotto sicuro ed efficiente. Come ha dichiarato il virologo Roberto Burioni, ieri sera da Fabio Fazio, «noi oggi abbiamo a disposizione due armi: l’isolamento e il contagio». Il medico, che nelle ultime ore aveva polemizzato con la direttrice del laboratorio analisi del “Sacco” di Milano, ha aggiunto che «è necessario avere i risultati dei tamponi nel giro di poche ore, senza aspettare due giorni. Dobbiamo contenere il coronavirus e isolare le zone infettate».