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Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte ha annunciato la chiusura delle fabbriche non essenziali in tutta Italia. «Quelle che viviamo oggi sono notizie che ci feriscono. Immagini che saranno sempre impresse nella nostra memoria. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno che si rinnova. Non sono semplici numeri, ma piangiamo persone, storie di famiglie, che perdono gli affetti più cari. Le misure fin qui adottate richiedono tempo. Dobbiamo tutti rispettare le regole. Rimanere a casa è un sacrificio, ma non abbiamo alternative».
«Il nostro sacrifico di restare è minimo rispetto a chi lotta tra la vita e la morte negli ospedali» afferma Giuseppe Conte. «Senza dimenticare medici, infermieri, le forze armate, le commesse, gli autotrasportatori, le farmacie e i giornalisti. Ogni giorno compiono un atto di responsabilità verso la nostra Nazione. Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo. Chiudere ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria a garantirci beni per noi essenziali fino al 3 aprile 2020. Con i sindacati abbiamo stilato una lista dettagliata. Continueranno a rimanere aperti i supermercati e i generi alimentari di prima necessità. Nessuna restrizione sulla chiusura dei supermercati. Non c’è ragione di creare code che non si giustificano affatto in questo momento. Resteranno aperti banche, poste, servizi finanzieri e assicurativi, nonché il trasporto pubblico» aggiunge il premier Giuseppe Conte.
«Consentiremo il lavoro in smart working. Rallentiamo il motore produttivo del Paese, ma non lo fermiamo. Ci permette di affrontare la parte più acuta del contagio. L’emergenza sanitaria si sta tramutando in piena emergenza economica. Il Governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di ripartire meglio di prima. Dobbiamo stringerci tutti e difendere la nostra vita. Non dobbiamo esporci a pericoli più grandi. Queste rinunce oggi ci consentiranno domani di prendere le rincorse, verso i nostri uffici, le nostre piazze verso i nostri affetti più cari. Uniti ce la faremo».