Classifica che va, classifica che viene. Dopo aver goduto dell’ottimo risultato conseguito nel settore green, ecco che Cosenza riscivola giù, nelle parti basse dell’ultimo Rapporto sulla Qualità della Vita in Italia a cura di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, realizzato in collaborazione con Cattolica Assicurazioni.

Una classifica finale dominata dal Nord

Per trovare Cosenza, nella classifica finale, dobbiamo scorrere parecchio, e puntare alla seconda colonna. Al 91esimo posto, su 107 province, ecco la città dei bruzi stretta tra Messina (90esimo posto) e Catania (92esimo). [Continua in basso]

Tra gli indicatori (li vedremo nel dettaglio): affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione formazione capitale umano, reati e sicurezza. Se in alto svetta Pordenone, male ha fatto Foggia, che chiude la classifica, e Crotone, penultima. [Continua in basso]

Affari e lavoro, siamo ancora giù

Se Bolzano e Bologna aprono la classifica nella dimensione affari e lavoro, mantenendo le posizioni di vertice già ottenute nelle passate edizioni, la Calabria incassa una sonora bocciatura. Le cinque province sono abbastanza vicine nel fondo classifica che vede Cosenza al 98esimo posto con un punteggio di 278,35, poco meglio di Catanzaro che si piazza al 99esimo posto. Per quanto riguarda il settore “Start up e Pmi per 100mila abitanti”, la cirtà dei bruzi si risolleva piazzandosi al 51esimo posto anche se un risultato decisamente positivo registra Catanzaro che vola alla 17esima posizione.

Ambiente e dintorni

Nel settore ambiente si salda al 59esimo posto Cosenza, ma dietro a Catanzaro, che fa meglio della città dei bruzi guadagnando il 42esimo posto, e staccando Reggio Calabria che segna la posizione numero 63 (Vibo 82, Crotone 100). Trento si classifica al primo posto seguita da Milano, Pordenone e Sondrio. Le province che figurano nelle posizioni di testa sono 21, come nella passata edizione, ma vedono l’esclusiva presenza di province dell’Italia settentrionale. Tra gli indicatori i consumi idrici, raccolta rifiuti, veicoli circolanti, consumo di energia elettrica, piste ciclabili, pannelli fotovoltaici, verde urbano. [Continua in basso]

Reati e sicurezza pubblica, la città dei bruzi prima tra le calabresi

Se Ascoli Piceno è la provincia più sicura d’Italia lo stesso non può dirsi per Rimini che chiude la classifica con una brutta maglia nera addosso. Cosenza è la prima delle province calabresi ad apparire nella parte alta della hit, guadagnando la posizione numero 34, tallonata da Reggio Calabria. Tra i parametri di riferimento: i reati contro persona e patrimonio, numero di omicidi (colposi e intenzionali), lesioni personali, percosse, violenze sessuali, traffico di stupefacenti, furti, frodi e prostituzione.

Sicurezza sociale tra Covid e infortuni

Quest’anno sono stati inseriti 3 ulteriori indicatori che danno conto anche della crisi sanitaria dovuta al Covid. Gli indicatori sono la variazione nella mortalità registrata nel periodo 1° gennaio/31 agosto 2020 fra gli individui di età inferiore a 65 anni rispetto alla media quinquennale registrata fra il 2015 e il 2019 e l’incidenza dei casi registrati di Covid-19. La presenza di province del Sud inverte il trend registrato fino allo scorso anno. Eppure Cosenza si attesta all’ultimo posto tra le province calabresi con un 88esimo posto. Tra gli indicatori anche il numero di suicidi, infortuni sul lavoro, morti per tumore, tasso di disoccupazione, disabilità, Tso, variazione della mortalità.

Istruzione e formazione

La Calabria non riesce a sfondare neanche nel settore Istruzione nonostante l’elevato numero di insegnanti costretti a migrare al Nord per lavorare. Cosenza si ferma all’86esimo posto e meglio non fanno Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone (ultima) e Catanzaro che la seguono. Lontanissima appare Trento che guadagna il primo posto. Tra i parametri presi in considerazione nell’analisi: possesso di diploma, di laurea, partecipazione a programmi di formazione, competenze degli studenti e rendimento.

Lo stato della Salute

A sorpresa la Salute è un settore in cui la Calabria non veste maglia nera. Cosenza si piazza quasi a metà classifica (posizione numero 70), male Vibo Valentia (penultima), benissimo Catanzaro che è quarta, Crotone che è 35esima, buon risultato anche per Reggio Calabria che si attesta al 63esimo posto. Tra i paradigmi presi a studio: posti letti in vari reparti, diagnostica, numero di Tac per 100mila abitanti. Diminuisce la presenza di province del Nordovest e si incrementa quella dell’Italia centro-meridionale.

Tempo libero e turismo

Cosenza guadagna la postazione numero 77 nel campo del tempo libero, superata da Catanzaro che fa meglio con la sua 65esima posizione. Il gruppo che guida la classifica nazionale è caratterizzato dalla presenza massiccia di province dell’Italia centro-settentrionale, ad eccezione della provincia di Sassari. Tra i parametri analizzati la presenza di strutture turistiche, spazi per il tempo libero, agriturismi, alberghi, ristoranti, bar, cinema, palestre, librerie, associazioni ricreative e artistiche.

Reddito e ricchezza

Ultimo indicatore generale è quello che riguarda la ricchezza e il reddito. Nei parametri sono compresi il reddito medio annuale pro capite, l’importo medio annuale (e non più mensile) dei trattamenti pensionistici, la ricchezza patrimoniale pro capite e, nella sottodimensione negativa, la variazione dei prezzi al consumo, i valori immobiliari, l’incidenza delle sofferenze bancarie per i prestiti alle famiglie e l’incidenza dei trattamenti pensionistici di modesta entità sul totale dei trattamenti erogati. Cosenza la troviamo alla posizione numero 104, molto in basso, chiude la classifica nazionale Crotone (107). Leggermente meglio Vibo, Catanzaro (86) e Reggio (89).