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«Caro Sindaco, purtroppo ci risiamo, ancora una volta veniamo presi in giro, raggirati dalle stesse istituzioni che dovrebbero tutelare i bisognosi e i più deboli, nella fattispecie parliamo dei minori ospiti e delle comunità alloggio per minori (ex case-famiglia) che svolgono storicamente un servizio di grande importanza e di enorme utilità sociale».
Inizia così la lettera che il Coordinamento per i Minori della provincia di Cosenza ha indirizzato ai sindaci dei comuni che ricadono nel territorio bruzio e nell’hinterland per sensibilizzarli in merito al mancato adeguamento delle rette approvato con D.G.R. N.499 del 26 settembre 2023.
L’importanza del servizio delle comunità alloggio
Le comunità alloggio per minori, precedentemente note come case famiglia, svolgono un ruolo cruciale nella società. Offrono un ambiente sicuro e supportivo a bambini e ragazzi che, per vari motivi, non possono vivere con le loro famiglie di origine. Questo servizio non solo fornisce assistenza immediata, ma contribuisce anche alla crescita e allo sviluppo di questi giovani, permettendo loro di avere una vita quanto più normale possibile.
«A partire dallo scorso gennaio 2024, le rette che consentono alle comunità alloggio per minori di gestire le esigenze quotidiane dei giovani ospiti, sarebbero dovute passare dagli storici 32 euro a 86 euro» spiega Gianni Romeo, che oltre a rappresentare il coordinamento è anche lo storico presidente della Cooperativa La Terra che opera sul territorio cosentino da oltre 40 anni. «Così non è stato e solo nell’Ambito 1, vale a dire quello di Cosenza. Non altrove. Solo in una delle province più povere d’Italia!»
Le difficoltà quotidiane e la gestione delle strutture
La mancata attuazione dell’aumento delle rette mette a dura prova le comunità alloggio per minori. Queste strutture devono affrontare numerose sfide operative e finanziarie, cercando di mantenere standard elevati di assistenza nonostante le risorse limitate. Gli operatori sono costretti a fare i conti con un budget inadeguato, che non tiene conto dell’aumento dei costi della vita e delle nuove esigenze emerse negli ultimi decenni.
«L’amarezza è tanta e tangibile tra gli operatori che ogni giorno cercano di barcamenarsi per offrire standard elevati di assistenza ai piccoli, a volte piccolissimi ospiti delle strutture cosentine. Nessuno si è ricordato dei lavori fatti, del personale da assumere obbligatoriamente, delle certificazioni di qualità e di tante altre pratiche burocratiche (tante ahinoi inutili!) che ci hanno costretto a fare… indebitandoci e ricorrendo a stratagemmi per trovare qualche soldo. Ora diciamo basta!» si legge ancora nella lettera.
Il rischio di un’azione legale
Di fronte a questa situazione insostenibile, il Coordinamento per i Minori sta considerando di rivolgersi alla Procura della Repubblica. L’obiettivo è capire se la mancata adeguazione delle rette possa configurare una violazione dei diritti delle comunità alloggio e dei minori ospitati.
«L’idea, ora, è quella di porre la questione all’attenzione della Procura della Repubblica, per capire se quello che si sta perpetrando ai danni di una intera categoria sia lecito. Offrire una sorta di rimborso spese, un “contributo di solidarietà” pari a 31 euro, adeguato al costo della vita di oltre 30 anni fa è ridicolo oltre che mortificante. Pretendiamo delle spiegazioni al più presto» aggiunge Romeo.
Il ruolo delle istituzioni e la richiesta di un intervento urgente
La responsabilità di risolvere questa situazione ricade sulle autorità locali, in particolare sull’Ufficio di Piano del Comune di Cosenza. È urgente che si attivino per trovare una soluzione adeguata, garantendo alle comunità alloggio per minori i fondi necessari per continuare a operare in modo efficace.
«La questione è destinata ad avere un seguito per le vie legali, dunque, se gli uffici preposti ovvero l’Ufficio di Piano del Comune di Cosenza non si siederà a tavolino per porre rimedio a questo increscioso inconveniente».
Continuare a garantire un futuro ai giovani ospiti
Nonostante tutte le difficoltà, nelle case famiglia si continua a lavorare con dedizione e passione. Gli operatori si impegnano ogni giorno per garantire ai bambini e ragazzi un ambiente sereno, cercando di offrire loro un periodo di vacanza quanto più spensierato possibile, nonostante le limitazioni finanziarie.
«Intanto nelle case famiglia si continua a lavorare, per garantire a bambini e ragazzi che non possono far rientro nelle proprie famiglie, un periodo di vacanza quanto più spensierato possibile, nonostante tutto».
Questa emergenza mette in luce non solo la necessità di un adeguamento delle rette, ma anche di un riconoscimento concreto dell’importante lavoro svolto dalle comunità alloggio per minori. Solo attraverso un intervento deciso e tempestivo delle autorità competenti sarà possibile garantire un futuro migliore a questi giovani e a chi quotidianamente si prende cura di loro.