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È uno degli autori più rappresentativi della Napoli di oggi. Le sue incursioni al cinema abbracciano trent’anni di carriera. Lo abbiamo visto in film d’autore da Il camorrista di Giuseppe Tornatore a L’uomo in più di Paolo Sorrentino, fino al recente Parthenope che gli ha dato il grande successo. Ha lavorato con Salvatore Piscicelli (Blues metropolitano), Mario Martone (L’amore molesto), Asia Argento (Scarlet Diva) e Abel Ferrara (Napoli Napoli Napoli). A Cosenza ha voluto rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini con il monologo I nuovi mostri, che ha stregato0 il pubblico raccolto nella sede dell’associazione culturale Nukleo Kubla Khan che ha organizzato l’evento grazie al supporto dell’associazione J di Alessia Magliacane. «Pasolini è stato un faro per la mia generazione – ci ha raccontato -, parla più da morto che da vivo».
In televisione ha partecipato a serie di successo come I bastardi di Pizzofalcone e Il commissario Ricciardi e come autore ha firmato Un messico napoletano e saggi che esplorano le contraddizioni del Sud Italia. Il rapporto con Sorrentino è di lungo corso e cominciato con uno dei film più belli del regista napoletano: “L’uomo in più” con Toni Servillo. «In quel film dovevo recitare un’altra parte – racconta -, ma fui onesto con Paolo, non potevo reggere tutto il film per problemi personali che in quel momento mi angustiavano. Forse feci la fortuna di qualcun altro – aggiunge facendo spallucce -. Io comunque credo nel karma e che le cose belle prima o poi arrivano se fai del bene. Io ho saputo aspettare e la grande occasione è arrivata».
In Parthenope interpreta un vescovo seduttore e fuori dalle righe. «Paolo mi disse: se sei disposto a ingrassare e a girare nudo, la parte è tua. Ed eccomi qui».