«Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo». Enzo Paolini, patron del Premio Sila ’49, prende a prestito la celebre battuta del professor Keating che nel film L’Attimo Fuggente”, cerca di far capire ai suoi studenti che lottare per affermare le proprie idee è una rivoluzione necessaria e possibile, l’unica che vale la pena combattere per cambiare le cose. In un momento difficile, pieno di ombre, in cui i governi stendono la propria mano su un’umanità sempre più spaventata da nuove minacce nucleari, la poesia e la letteratura restano bastioni di un pensiero e un attivismo assolutamente necessari, baluardi di quella famosa bellezza a cui spetta salvare il mondo.

La cerimonia e i premiati

A concludere le tre giornate conclusive del Premio Sila, è stata la classica cerimonia, condotta dalla giornalista Ritanna Armeni, che la Fondazione ha organizzato all’interno di Palazzo Arnone. A vincere quest’anno nella sezione letteratura è stata Viola Ardone con il romanzo “Grande meraviglia” (Einaudi); Andrea Rinaldo, docente accademico e scienziato eclettico, per la sezione Economia e Società con il libro “Il governo dell’acqua. Ambiente naturale e ambiente ricostruito” (Marsilio editore) mentre alla poetessa Vivian Lamarque (Premio Strega poesia) è stato consegnato il riconoscimento alla carriera. La scrittrice Viola Ardone, ha partecipato alla serata in collegamento streaming, a causa di un grave problema familiare, ma ha promesso che quanto prima sarà a Cosenza per incontrare il pubblico dei lettori e ritirare il premio personalmente.

Le lectio di Lamarque e Rinaldo

Emozionante la lectio della poetessa Lamarque, che al mattino, ha cullato la platea con i suoi racconti personali che hanno esplorato le origini del suo rapporto con la poesia e l’incanto.

Il professor Rinaldo, infine, già insignito del prestigioso Nobel dell’Acqua, con uso del linguaggio sapiente e senza mai lasciarsi andare a tecnicismi che potessero risultare ostici per il pubblico, ha parlato venerdì sera con l’ingegnere Massimo Veltri e il giornalista Paride Leporace, del dissesto ecologico per poi spaziare e toccare i temi della conservazione e dell’uso dell’ambiente naturale e costruito. «I disastri del fare sono quasi sempre il prodotto di un capitalismo cieco, incapace di vedere nella protezione dell’ambiente nemmeno il proprio tornaconto» ha detto.

La chiusura in Sila

Oggi, con il “Sila Off” che torna nel suo habitat primordiale, la Sila, il Premio conclude in bellezza con Emanuele Trevi (già premio Strega con “Due Vite”) che dialogherà con Enzo Paolini sul suo ultimo romanzo “La casa del mago”. A lui il compito di congedarsi al prossimo anno, anche se l’evento letterario mai si riposa e ha già i motori caldi per l’edizione che verrà.