Da un angolo della città vecchia al più importante palcoscenico internazionale del cinema. La storia di Tony Gaudio, celebre direttore della fotografia di origini cosentine, torna sotto i riflettori grazie al documentario The Lost Legacy of Tony Gaudio, per la regia di Alessandro Nucci. Unica opera di produzione italiana presente nella lista dei 169 film che si giocano la candidatura come miglior lungometraggio documentario alla 97ª edizione degli Oscar, che si terrà il 2 marzo 2025 al Dolby Theatre di Los Angeles.

La lunga strada verso il successo è cominciata diversi anni fa, quando la Open Fields, casa di produzione nata a Cosenza, ha iniziato le ricerche per girare un documentario su un Oscar dimenticato, anzi perduto: la statuetta di Tony Gaudio, guadagnata per il film Avorio nero. Da questo mistero Alessandro Nucci è partito per raccontare la vita di un talento straordinario, figlio dell’emigrazione di inizio secolo, quando anche dalla Calabria in tanti facevano le valigie per attraversare l’Oceano in cerca di fortuna. Gaudio è poi diventato uno dei direttori della fotografia più ricercati di Hollywood e il primo artista italiano a guadagnare un Oscar.

Il film, già presentato nella selezione ufficiale del 32º International Film Festival EnergaCAMERIMAGE di Toruń (Polonia) e del 18º Buffalo International Film Festival (New York), finalista al 10º Fabrique du Cinéma Awards, si è da poco aggiudicato la menzione speciale della giuria alla 10ª edizione di Visioni dal Mondo, il Festival Internazionale del Documentario di Milano, dove è stato il film d’apertura.

Alla première di Milano non è mancato Mauro Fiore, altro celebre direttore della fotografia calabrese, vincitore dell’Oscar nel 2010 per Avatar di James Cameron, che compare nel film, quasi in un virtuale passaggio di testimone tra l’arte del passato e quella del futuro. E chissà magari 88 anni dopo quell’Oscar perduto da Tony Gaudio, un’altra statuetta potrebbe apparire per celebrare il suo ricordo.