Cosenza scopre il suo cuore di acciaio fatto di nostalgia per un tempo lontano. Quello degli anni 80, quando la pace nel mondo era blindata nelle mani rotanti di Mazinga e nei raggi laser di Jeeg Robot. Sabato ha inaugurato nella sede del MaM (Museo delle Arti e dei Mestieri su corso Telesio poco prima di piazza XV marzo) la mostra, unica in Calabria, dal titolo evocativo: “Cuore e Acciaio – Lo straordinario mondo dei cartoni animati”. Un’esposizione imperdibile per quanti sono cresciuti a pane e Rocky Joe, o sognando di diventare con una bacchetta magica una cantante dai capelli violetti come Creamy, o una spadaccina coraggiosa come Lady Oscar, ma anche per le nuove generazioni che hanno riscoperto il fascino di quegli anime giapponesi, grazie a una riproposizione sugli schermi dei giganti dello streaming e qualche volta anche della tv generalista e sul grande schermo nei capolavori del maestro Myazaki.

Sono in esposizione fino al 10 marzo 150 tra rodovetri (cels) d’animazione, e poi gadget, locandine, disegni e schizzi preparatori, molti dei quali mai prima sono stati oggetto di mostre, appartenenti ad importanti collezioni private. L’invenzione dei rodovetri, risale al lontano 1914 e ha aperto la strada all’animazione per come la conosciamo. Si tratta di fogli trasparenti in acetato di cellulosa sul quale veniva stampato il disegno successivamente dipinto. Questa procedura veniva replicata fino a completare tutta la sequenza animata, seguendo un lavoro certosino e interamente artigianale. Ecco perché i cartoni giapponesi d’antan, i cosiddetti anime, sono considerati delle vere e proprie opere d’arte, perché frutto della creatività e dell’estro degli animatori nipponici nonché degli autori e sceneggiatori che hanno reso quelle storie, trasmesse agli albori dell’emittenti private in Italie, perle preziosissime resistenti al tempo.

Da Lady Oscar a Creamy, da Magica Emy a He-man passando per Jeeg e Pollon, l’evento è un tuffo nel mondo delle anime. A cura dell’Associazione 9, di Alessandro Mario Toscano e Marco Toscano – artefici già del successo della Mostra sui maestri giapponesi e su Manet – con la consulenza scientifica di Alessandro Cavazza e Marco Salerno, l’evento ha avuto anche la benedizione di Antonio Monda, scrittore e docente di Film and Television Department alla New York University che in un video ha voluto manifestare tutto il proprio apprezzamento per l’iniziativa citando, a tal proposito, Gianni Rodari: “Lui diceva: invece di polemizzare con Goldrake cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake”.