I libri possono salvarci, offrendoci l’ispirazione per continuare a sognare. Questo sembra essere il messaggio centrale della nuova produzione di “La Cenerentola” di Gioachino Rossini, andata in scena ieri sera al Teatro Rendano, inaugurando così la 59ma stagione lirica del teatro cosentino. L’allestimento ha catturato l’attenzione del pubblico, che ha accolto calorosamente la proposta del regista Matteo Anselmi, in collaborazione con Giulio Leone. Gli applausi entusiasti hanno confermato il gradimento per questa rivisitazione moderna dell’opera, in cui i libri assumono un ruolo chiave nel far trionfare la bontà, come suggerisce il titolo completo dell’opera.

La scelta scenica di Anselmi si è rivelata particolarmente efficace, presentando un impianto scenico che mette in evidenza la dimensione fiabesca della storia. Fin dall’apertura del sipario, la scenografia ha colpito per la sua bellezza, con una serie di libri che fanno da sfondo e si trasformano in spazi vitali per coro e interpreti. La prima apparizione di Angelina-Cenerentola, in abiti da donna delle pulizie, diventa un momento chiave, poiché lo specchio si trasforma in una gigantesca pagina di libro, portando in vita i personaggi e le situazioni che caratterizzano la storia.

Non mancano idee sceniche innovative. Tra queste, una scritta luminosa “Magnifico”, che si stacca dalla scena, diventa un rifugio per Angelina, oppressa dalle ingiustizie subite dal suo padrone e dalle sorellastre. Uno dei momenti più suggestivi è il tableau vivant che racchiude l’intero cast, arricchendo ulteriormente l’esperienza visiva. La coproduzione di questa “Cenerentola” con la Rete Lirica delle Marche, in collaborazione con il Rossini Opera Festival e l’Accademia musicale “Bernardo De Muro”, ha portato in scena un allestimento già apprezzato anche all’estero, come dimostra il successo riscosso al Teatro Municipal di Lima, in Perù.

Il direttore artistico della stagione, Luigi Stillo, ha scelto di puntare su questo allestimento, e la risposta del pubblico è stata evidente negli applausi che hanno accolto la prima rappresentazione, seguita da un secondo appuntamento fissato per venerdì 1° novembre alle 17.00. L’Orchestra Sinfonica Brutia ha offerto un’interpretazione di grande impatto, sotto la direzione di Francesco Di Mauro, un direttore di comprovata esperienza internazionale. La formazione orchestrale ha eseguito con precisione le complesse partiture di Rossini, creando un accompagnamento di grande spessore per i cantanti.

Nel cast vocale, spicca il mezzosoprano Anna-Doris Capitelli, nel ruolo di Angelina. La sua performance, ricca di esperienza, ha colpito per la sua presenza scenica e le qualità vocali, in particolare nel rondò finale “Nacqui all’affanno”. Il Don Magnifico interpretato da Paolo Ingrasciotta ha dato vita a un personaggio vivace e ben delineato, mentre gli altri interpreti come Enrico Iviglia (Don Ramiro) e William Hernandez (Dandini) hanno completato un cast variegato e talentuoso. Le sorellastre Tisbe e Clorinda, interpretate da Giulia Alletto e Sarah Baratta, hanno regalato momenti di ilarità e divertimento, conquistando il pubblico con le loro interpretazioni.

Particolare attenzione merita il basso Matteo D’Apolito, nei panni di Alidoro, che si è presentato come un folletto shakespeariano, sempre presente per guidare i destini dei protagonisti verso un felice epilogo. Questo allestimento ha saputo navigare con abilità le sfide della partitura rossiniana, proponendo un mix di modernità e tradizione.

La scenografia ha utilizzato una palette di colori vivaci, con costumi disegnati da Viola Sartoretto che hanno arricchito ulteriormente la rappresentazione. Anche il coro “Francesco Cilea”, diretto da Bruno Tirotta, ha contribuito a creare un’atmosfera fiabesca, con costumi che rimandano a un immaginario ludico e infantile. In conclusione, “La Cenerentola” ha dimostrato come la fiaba possa continuare a incantare, con un finale che celebra la vittoria della bontà, lasciando il pubblico del Rendano soddisfatto e con un sorriso sul volto.