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Un appello accorato, quello delle comunità islamiche calabresi, indirizzato alla Prefetta di Crotone, Franca Ferraro, e accolto proprio in queste ore in cui anche il Ministero dell’Interno è stato chiamato in causa. Mentre il mare di Cutro continua a restituire corpi, s’era deciso, nei giorni scorsi, di trasferire alcune salme in cimiteri della regione non islamici tra cui quella di KR76F6, una sequenza numerica che aveva identificato il cadavere di una bimba di circa 6 anni, vittima non identificata del tragico naufragio.
Le istituzioni di Paola avevano avanzato la richiesta di poter offrire uno spazio nel proprio cimitero, al corpicino di una piccola che nessuno aveva reclamato a cui era stato dato il nome di Francesca Paola, in onore del Santo taumaturgo. Immediatamente, all’indomani della notizia del trasferimento, l’Imam Ahmed Berraou, presidente dell’Ucoii Calabria (Unione Comunità Islamiche d’Italia), di Daawa.odv e del Forum Marocco Calabria, ha scritto al Prefetto chiedendo il rispetto dell’accordo tra il presidente nazionale Ucoii e il ministro degli Interni che s’era impegnato a venire incontro alle esigenze della comunità musulmana.
«Abbiamo sentito che avete provveduto allo smistamento delle salme rimaste recuperate in vari cimiteri calabresi non islamici come quello di Paola – ha scritto Berraou – non idoneo a seppellire salme dei defunti di fede islamica. Noi come Imam e referenti delle comunità islamiche in Calabria abbiamo collaborato con lo Stato affinché si risolvesse il problema di dare sepoltura degna ai nostri morti».
Nella serata di ieri il presidente Ucoii nazionale, Yassine Lafram, dopo una lunga interlocuzione con la Prefetta di Crotone e il ministero degli Interni, è riuscito a bloccare immediatamente il trasferimento delle salme che erano in procinto di essere trasferite, tra cui la piccola. I corpi resteranno a riposare a Cutro, nel nuovo cimitero islamico a due passi da quella spiaggia che il destino gli ha negato da vivi.