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L’avvocatura cosentina ha accolto con grande soddisfazione il segnale proveniente dalla magistratura della Corte d’Appello di Catanzaro. Il presidente Concettina Epifanio, dopo aver espresso solidarietà agli avvocati e ai colleghi di toga per i continui spostamenti necessari alla celebrazione dei maxi processi della Dda di Catanzaro, ha condiviso la decisione del gup che ha presieduto l’udienza preliminare di Recovery di far ritornare il maxi procedimento penale nella sua sede naturale, come previsto dal Codice.
L’ordinanza, come anticipato dalla nostra testata, è stata letta in apertura di seduta, suscitando forse incredulità tra i difensori, costretti – al pari del giudice, dei cancellieri e dei pubblici ministeri – ad attraversare lo Stretto di Messina per adempiere ai propri doveri. La polemica sul trasferimento dell’udienza preliminare di Recovery da Catanzaro a Catania aveva acuito lo scontro tra avvocatura e magistratura, portando nell’ultimo mese a tre delibere di astensione: la prima della Camera Penale, la seconda delle Camere Penali calabresi e la terza del Coa di Cosenza.
Evidentemente, la magistratura non è rimasta indifferente alle parole e alle considerazioni esplicitate dagli avvocati cosentini e calabresi in diverse circostanze. Il ritorno dell’udienza preliminare di Recovery in via Paglia, a Catanzaro, ripristina infatti le corrette regole del “gioco”. La prossima seduta, prevista per la seconda metà di febbraio, si terrà comunque in un’aula bunker, ma ciò non altera la storicità dei maxi processi del Distretto giudiziario di Catanzaro. È infatti il capoluogo di regione la sede naturale della fase preliminare al rinvio a giudizio o all’eventuale celebrazione del rito abbreviato. Non lo poteva essere Catania, non lo è Lamezia Terme, né può esserlo Castrovillari.
Un primo segnale di “pacificazione” era comunque giunto già nei primi giorni della settimana, quando la nostra testata aveva anticipato che cinque imputati di Recovery avevano ricevuto il decreto di citazione diretta a giudizio davanti al tribunale collegiale di Cosenza, fissando così la sede del processo nel Palazzo di Giustizia cosentino. In questo contesto, riecheggiano le parole della presidente della Corte d’Assise di Cosenza, Paola Lucente, che in tempi non sospetti – quando la tensione tra avvocatura e magistratura era altissima – aveva invitato il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro e il procuratore generale di Catanzaro a prendere in seria considerazione l’idea di celebrare Recovery nell’aula della Corte d’Assise di Cosenza, dove in passato si erano tenuti processi antimafia di grande rilievo, come Missing e Tela del Ragno.
Le dichiarazioni della togata Paola Lucente erano state accolte positivamente dall’avvocatura, al punto che, nelle note successive al documento del giudice che presiede i processi per omicidio, la Camera Penale di Cosenza e il Coa di Cosenza avevano menzionato puntualmente i passaggi del presidente della Corte d’Assise, condividendone ogni parola.
Ma per completare l’opera e consentire alle parti processuali di lavorare serenamente, serve un ultimo sforzo: qualora dovessero esserci rinvii a giudizio nel procedimento penale di Recovery, il processo contro la sospetta associazione a delinquere dedita al narcotraffico si celebri a Cosenza. Perché così ha deciso il Legislatore.