È durato oltre due ore l’interrogatorio di Tiziana Mirabelli, rea confessa dell’omicidio di Rocco Gioffrè, l’anziano originario di San Fili, ucciso al quinto piano di un edificio situato in via Monte Grappa a Cosenza. Il “faccia a faccia” tra l’indagata e il pubblico ministero Marialuigia D’Andrea, titolare dell’inchiesta, si è tenuto nel carcere di Reggio Calabria, alla presenza dell’avvocato Cristian Cristiano, difensore della presunta assassina. Un interrogatorio chiesto dalla difesa dopo aver acquisito e letto le chat estrapolate dalle conversazioni Messenger e WhatsApp, oggi presenti nel fascicolo d’indagine.

Tiziana Mirabelli avrebbe risposto a tutte le domande poste dal magistrato in servizio presso la procura di Cosenza, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, approfondendo anche alcune circostanze. La donna infatti avrebbe chiarito diversi passaggi dei “dialoghi telematici” intercorsi con Rocco Gioffrè, con il quale, il 14 febbraio 2023, prima di essere ucciso con 36 coltellate, aveva scambiato una sigaretta nel suo appartamento, non potendo immaginare che la situazione potesse degenerare una volta che la vittima fosse andata nell’abitazione di Tiziana Mirabelli al fine di avere, secondo quanto dichiarato dall’indagata, un rapporto di tipo sessuale, rifiutato dalla stessa.

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Durante l’interrogatorio, il magistrato si sarebbe soffermato sui messaggi analizzati e valutati dal gip Alfredo Cosenza in senso contrario al pensiero difensivo, secondo cui Tiziana Mirabelli non avrebbe mai acconsentito alle presunte richieste sessuali dell’uomo, il quale avrebbe assunto nel corso dei mesi antecedenti al delitto un atteggiamento “morboso”, arrivando a piazzare le microspie per seguire i movimenti della sua vicina di casa. Chat che la nostra testata ha pubblicato in un precedente servizio. La donna avrebbe quindi spiegato di aver preso sempre “tempo“, cercando di gestire la situazione in diversi momenti affinché il tutto non degenerasse com’è invece poi accaduto. Nel “botta e risposta” tra procura e indagata sarebbe spuntato fuori anche l’argomento della droga (presunto debito e non solo) che allo stato attuale sarebbe “fuori contesto” rispetto alle dichiarazioni rese dalla donna sia agli investigatori che ai magistrati.

Dall’interrogatorio sarebbe sostanzialmente emerso come Tiziana Mirabelli avesse “portato a spasso” Rocco Gioffrè, il quale avrebbe mostrato più volte un interesse fisico e sentimentale nei confronti della donna cosentina, la quale cercava di “gestire” l’uomo, ricevendo dallo stesso l’energia elettrica che le serviva per riscaldarsi viste le temperature rigide del passato. O in altri casi, del cibo per mangiare. Ora resta da capire come la procura di Cosenza intenderà orientarsi una volta che i medici legali depositeranno le conclusioni dell’autopsia. A quel punto potrebbero essere contestate nuove aggravanti che andrebbero a peggiorare il quadro indiziario di Tiziana Mirabelli.