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Lette le motivazioni del Riesame di Catanzaro, che ieri ha scarcerato Tiziana Mirabelli, disponendo per la donna gli arresti domiciliari, la procura di Cosenza, coordinata dal procuratore Mario Spagnuolo, è pronta a presentare ricorso in Cassazione, impugnando il provvedimento cautelare.
I giudici del Tdl, accogliendo il reclamo presentato dall’avvocato Cristian Cristiano, ieri mattina avevano notificato l’ordinanza di revoca della misura cautelare della custodia in carcere, ponendo l’imputata in un domicilio indicato prima dell’uscita dal carcere, sezione femminile, di Reggio Calabria. Mirabelli che, lo ricordiamo, era in carcere dal mese di febbraio scorso per aver confessato l’omicidio dell’anziano cosentino Rocco Gioffrè, ucciso nel suo appartamento, situato in un edificio di via Monte Grappa a Cosenza.
Omicidio Gioffrè, ecco perché Tiziana Mirabelli vai ai domiciliari
Secondo la seconda sezione penale, Tiziana Mirabelli avrebbe agito «dopo essere stata minacciata più volte da Gioffrè che pretendeva da lei delle prestazioni sessuali. Tale dato benché non scriminante l’azione omicidiaria, evidenza il particolare contesto che fa da sfondo alla vicenda, delineando una personalità criminale della Mirabelli la cui emersa indole delinquenziale – pur non potendo condurre ad una prognosi positiva in relazione al pericolo di reiterazione del reato – ben può essere contenuta con la misura cautelare degli arresti domiciliari, maggiormente proporzionata ai fatti per come emersi e adeguata alla personalità incensurata e scevra da carichi pendenti dell’indagata nonché avulsa da qualunque altro tipo di contesto delinquenziale, potendo questa godere del credito fiduciario relativamente al rispetto della suddetta misura».
Mirabelli verso l’udienza preliminare
Nel frattempo, la procura di Cosenza ha chiesto il rinvio a giudizio di Tiziana Mirabelli. L’udienza preliminare si terrà davanti al gup Claudia Pingitore nel mese di dicembre. In precedenza, l’avvocato Cristian Cristiano era riuscito ad ottenere l’annullamento del giudizio immediato, rilevando la nullità in Corte d’Assise.