Sono anni oramai che la strada da ultimo denominata SS19 delle Calabrie è una discarica a cielo aperto nel silenzio generale di cittadini, non tutti si intende, e delle istituzioni/organi preposti alla pulizia della strada in parola e alla rimozione dei rifiuti. Il clichè è sempre lo stesso: abbassare il finestrino e da bravi incivili si dà il via al lancio dei sacchetti. E come se non bastasse divani e ingombranti di qualsiasi genere. Cumuli di rifiuti sinonimo di degrado e abbandono.

Dopo estenuanti sollecitazioni (in taluni casi trascorrono dei mesi) le piazzole vengono ripulite, ma si riformano in pochissimo tempo. A dimostrazione che non è sufficiente l’azione di pulizia, ma occorre concertare un’opera di repressione seria volta a sanzionare chi pone in essere tali comportamenti.

La soluzione potrebbe essere quella di installare telecamere o programmare posti di blocco continuativi da parte della polizia urbana al fine, da un lato, di attuare un’azione repressiva, dall’altro, di prevenire e risolvere un problema all’origine che ormai può definirsi atavico. E a pagare le conseguenze è chi regolarmente sostiene le spese relative ai tributi locali e vorrebbe abitare in una frazione civile e non circondato da rifiuti di qualsiasi genere.

E pensare che anni fa nella stessa zona si manifestava contro l’installazione di un centro raccolta comunale, guidati da rappresentanti dalle istituzioni, ma attualmente si accetta inermi di vivere inondati di immondizia. Peraltro, proprio adesso nel periodo estivo in cui nel borgo cosentino in parola sono soliti giungere emigrati e turisti di vario genere e non è certo questo il miglior modo per accoglierli.

A nulla sono servite le reiterate sollecitazioni all’ufficio decoro urbano e all’Assessore Vizza e oggi 10 agosto la zona si presenta come nella foto in calce. Per quanto tempo ancora bisognerà assistere a tale degrado e per quanto tempo ancora gli incivili potranno reiterare i comportamenti di cui sopra certi di non essere sanzionati? Ai posteri l’ardua sentenza.