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Il tribunale collegiale di Cosenza, che presiede il processo ordinario di “Reset“, ha sciolto la riserva sull’istanza di dissequestro avanzata dagli avvocati Filippo Cinnante e Mariarosa Bugliari nell’interesse della moglie di Cristian Vozza, imputato nel procedimento penale contro la ‘ndrangheta cosentina. Nel caso in esame, il giudice estensore Iole Vigna, ha valutato le censure difensive riguardo alla revoca del sequestro dei beni della società Crini S.r.l.. I legali Cinnante e Bugliari, inoltre, avevano rappresentato al collegio giudicante l’assenza di elementi che legittimavano i sigilli all’attività commerciale, un bar situato a Cosenza.
Il capitolo Gaming
I due penalisti infatti hanno evidenziato l’assenza del fumus e del periculum, nonché la mancata prova, da parte dei pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti, della presunta effettiva riferibilità dei beni sequestrati a Cristian Vozza per il quale il tribunale del Riesame di Catanzaro, aveva ritenuto l’insussistenza dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa in relazione al capo 122. All’imputato infatti viene contestato di aver fatto parte di una presunta associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo, denominato “Gaming“, la quale avrebbe favorito la confederazione mafiosa operante a Cosenza, Rende e Roggiano Gravina.
Nessuna sperequazione
Il capitolo del “Gaming” è stato trattato nei mesi scorsi a Lamezia Terme, dove si svolge il processo ordinario, e secondo la difesa l’istruttoria dibattimentale in corso, non avrebbe dimostrato la partecipazione di Cristian Vozza alla sospetta associazione né il reato di intestazione fittizia della società in questione. Nell’istanza, inoltre, si faceva riferimento alla mancanza della sperequazione che il Gip di Catanzaro aveva rilevato ai fini del sequestro. La difesa a sostegno di questa tesi aveva allegato una consulenza tecnica nella quale si sarebbe dimostrato che le movimentazioni riscontrate «fossero perfettamente compatibili con la capacità reddituale dei coniugi Vozza-Bevilacqua».
Le conclusioni
La consulenza tecnica è stata rielaborata dal Gico di Catanzaro. I finanzieri hanno rappresentato l’insussistenza di condizioni che consentano di mantenere il vincolo reale in capo alla società Crini s.r.l. Argomentazioni condivise dal tribunale di Cosenza, il quale, tuttavia, ha preso atto che non sussiste una sproporzione tale da giustificare il permanere del vincolo cautelare, «in quanto le movimentazioni attive e passive sono in linea di massima compatibili con la complessiva capacità reddituale dei coniugi».