A distanza di dieci mesi dall’inizio del processo ordinario di Reset, in corso di svolgimento a Lamezia Terme, con due udienze a settimana per tre settimane al mese, l’imputato Andrea Mazzei, noto consulente finanziario di Cosenza, operante anche su scala nazionale, ha lasciato gli arresti domiciliari, su richiesta avanzata dagli avvocati difensori Michele Franzese, Sergio Rotundo e Alessandro Diddi.

Mazzei è imputato nel procedimento penale contro la ‘ndrangheta cosentina che, secondo la Dda di Catanzaro, avrebbe favorito attraverso pratiche per finanziamenti relativi a “Io Resto al Sud”. Mazzei svolgeva le suddette pratiche che poi finivano a Invitalia, ma tra le oltre 600 espletate solo una è finita nel mirino della Finanza, il bar “Settimo Cafè” di Montalto Uffugo. Attività che funzionava a regime fino al 31 agosto 2022, quando poi nel corso della notte scattò il blitz interforze.

Per i magistrati antimafia Mazzei avrebbe avuto rapporti illeciti con Roberto Porcaro, già “reggente” del clan degli italiani di Cosenza. Sul punto, la Cassazione in sede di rinvio aveva invitato il Riesame di Catanzaro a valutare meglio la parte in cui sosteneva che le presunte condotte delittuose sarebbero state perpetrate ai fini dell’agevolazione mafiosa o eventualmente a titolo meramente personale.

L’istruttoria dibattimentale, al netto delle future valutazioni di merito del tribunale collegiale di Cosenza, ha senza dubbio evidenziato che lo stesso Mazzei non avesse rapporti di altro tipo con i noti esponenti della ‘ndrangheta cosentina coinvolti in Reset. A tal proposito, i giudici scrivono: «Rilevato che l’istruttoria sin qui espletata, ferma ed impregiudicata ogni valutazione in ordine alla gravità indiziaria, consente di riconsiderare le esigenze cautelari sottese all’applicazione della misura».

Da oggi dunque Andrea Mazzei sarà sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma e al divieto temporaneo di esercitare la professione. Mazzei, infine, ha quasi sempre partecipato finora alle udienze a Lamezia Terme.