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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di Antonio Francesco Caputo e del fratello Vincenzo, accusati di essere figure di spicco nello spaccio di droga nel territorio cosentino. Le accuse contro i due si basano sulle dichiarazioni di Francesco Greco, principale collaboratore di giustizia nell’ambito del procedimento “Recovery“. Tuttavia, secondo la sesta sezione della Suprema Corte di Cassazione, tali dichiarazioni risultano prive di riscontri oggettivi.
Di conseguenza, i giudici hanno stabilito che non sussistono elementi sufficienti per ritenere i Caputo, cugini di Greco, parte di un’associazione dedita allo spaccio di stupefacenti, come previsto dall’articolo 74 del testo unico sugli stupefacenti. Gli avvocati Antonio Quintieri, Natale Occhiuto e Simone Fabbricatore, che rappresentano i due indagati, hanno quindi visto accolte le loro tesi difensive.