Si allunga il filotto di annullamenti delle misure cautelari emanate nell’ambito dell’inchiesta “Reset”. Il provvedimento vergato dalla Cassazione riguarda stavolta Bruno Bartolomeo, 35 anni, per il quale è stata disposta la restituzione degli atti a Catanzaro per la celebrazione di un nuovo Riesame. La decisione è stata presa in accoglimento del ricorso presentato dal difensore, l’avvocato Mario Scarpelli, che davanti ai giudici ha sostenuto con decisione la tesi dell’assenza di indizi di colpevolezza. Dalle motivazioni, sapremo se è così.

Nell’ambito dell’inchiesta antidroga, Bartolomeo è considerato uno dei «capi promotori» del sodalizio criminale cosentino dedito al narcotraffico ed è ritenuto anche «pusher di punta» del boss Roberto Porcaro. Sono altre due le indagini che lo riguardano, sempre in tema di stupefacenti: la prima lo vede imputato a piede libero (anche in questo caso grazie alla Cassazione) a Cosenza insieme ad altre quattro persone, mentre l’altra è la nota “Open gates” relativa alla droga e ai telefonini introdotti all’interno del carcere di Catanzaro.