Ultimi testi della difesa nel processo “Reset”, in corso nell’aula bunker di Castrovillari. Durante l’udienza odierna, i legali Angelo Pugliese e Filippo Cinnante, difensori rispettivamente di Giuseppe Broccolo e Giuseppe Perrone, hanno escusso un imprenditore del settore abbigliamento, gestore di due esercizi commerciali a Montalto Uffugo. Per la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, l’uomo sarebbe stato vittima di un’estorsione da parte di Roberto Porcaro insieme agli altri due imputati.

L’imprenditore ha dichiarato di aver già riferito i fatti ai carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, ma i verbali non risultano agli atti del processo. Un elemento, questo, che ha spinto la difesa a sollevare interrogativi sulla completezza del materiale istruttorio.

Durante la testimonianza, l’uomo ha ricordato la frequentazione del bar “Settimo Cafè”, già al centro del procedimento penale: «Uno dei miei negozi è vicino il bar. Il proprietario del magazzino di viale Trieste è Tonino Russo. Conoscevo Broccolo perché lo vedevo spesso lì, mentre con Perrone sono amico da quarant’anni».

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Quanto a Porcaro, l’imprenditore ha spiegato: «Lo conosco solo per questa vicenda giudiziaria. È venuto davanti al mio negozio insieme a Broccolo e Perrone, non ricordo chi me lo presentò, ma comunque in modo amicale. Mi chiese di pagare a lui l’affitto, sostenendo di essere creditore di Russo. Ma non ho pagato nulla, non l’ho più visto da allora. Subito dopo ho chiamato Russo e gli ho detto che non volevo essere coinvolto in questa situazione. Lui mi ha rassicurato: ‘Tranquillo, me la vedo io’».

Il testimone ha poi aggiunto di non aver mai visto nel bar elementi riconducibili alla criminalità organizzata, sottolineando come la frequentazione del locale fosse legata ad abitudini quotidiane: «Andavo per il caffè, per motivi lavorativi, e qualche volta anche a cena con mia moglie».

Quanto a Giuseppe Perrone, ha sottolineato: «Lo conosco da quando eravamo bambini, andavamo al catechismo. Era un’amicizia vera. Mai avuto problemi. Né lui né Broccolo mi dissero nulla sulla visita di Porcaro, né prima né dopo».

Nel controesame, il pubblico ministero Corrado Cubellotti ha incalzato il testimone chiedendo della richiesta di Porcaro: «Non ho percepito minacce», ha ribadito il teste, confermando inoltre di aver informato telefonicamente Russo subito dopo l’incontro.

Alla domanda del magistrato se conoscesse altri imputati come Alessandro Catanzaro, Andrea Mazzei o Aurelia Braccioforte, il testimone ha risposto negativamente, salvo riferire che conosceva Braccioforte, in quanto moglie di Tonino Russo e vista «qualche volta al bar».