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Alcuni avvocati hanno sollevato perplessità quando il pubblico ministero Vito Valerio ha criticato il lavoro svolto dai periti incaricati della trascrizione delle intercettazioni nell’inchiesta Reset, che riguarda la ‘ndrangheta cosentina e il cui processo di primo grado sta per giungere al termine.
La Dda di Catanzaro ha sottolineato le discrepanze tra le trascrizioni prodotte dai periti e quelle originariamente redatte dalla polizia giudiziaria. Il pm antimafia ha fatto riferimento ad alcune intercettazioni, mentre molte altre potrebbero essere menzionate nelle prossime udienze.
In sostanza, la pubblica accusa ritiene che le trascrizioni siano state riportate “per colpa” e non “per dolo“, in modo sbagliato, ovvero il contenuto delle conversazioni è diverso da come erano state ascoltate dagli investigatori e successivamente contenute nell’ordinanza di custodia cautelare.
Non è da escludere che le difese avranno da obiettare riguardo alla memoria anticipata dal pm nella prima parte della requisitoria. A quel punto, sarà il collegio giudicante a dover risolvere la questione, magari esaminando direttamente il contenuto delle intercettazioni contestate. Sarà interessante vedere come si evolverà la vicenda.