Alcuni avvocati hanno sollevato perplessità quando il pubblico ministero Vito Valerio ha criticato il lavoro svolto dai periti incaricati della trascrizione delle intercettazioni nell’inchiesta Reset, che riguarda la ‘ndrangheta cosentina e il cui processo di primo grado sta per giungere al termine.

La Dda di Catanzaro ha sottolineato le discrepanze tra le trascrizioni prodotte dai periti e quelle originariamente redatte dalla polizia giudiziaria. Il pm antimafia ha fatto riferimento ad alcune intercettazioni, mentre molte altre potrebbero essere menzionate nelle prossime udienze.

Leggi anche ⬇️

In sostanza, la pubblica accusa ritiene che le trascrizioni siano state riportate “per colpa” e non “per dolo“, in modo sbagliato, ovvero il contenuto delle conversazioni è diverso da come erano state ascoltate dagli investigatori e successivamente contenute nell’ordinanza di custodia cautelare.

Non è da escludere che le difese avranno da obiettare riguardo alla memoria anticipata dal pm nella prima parte della requisitoria. A quel punto, sarà il collegio giudicante a dover risolvere la questione, magari esaminando direttamente il contenuto delle intercettazioni contestate. Sarà interessante vedere come si evolverà la vicenda.