Nei giorni scorsi si è tenuta la seconda parte della requisitoria della Dda di Catanzaro che nel processo Reset rappresenta la pubblica accusa. Il pubblico ministero Corrado Cubellotti ha affrontato sostanzialmente tre posizioni. Quella di Carmine Caputo, di Andrea Mazzei e Agostino Briguori. Un lungo intervento in chiave accusatoria che ha permesso di illustrare le presunte condotte illecite che avrebbero commesso i tre imputati.

Carmine Caputo, ex bodyguard, è accusato di far parte della confederazione mafiosa cosentina in qualità di membro del gruppo diretto da Roberto Porcaro, di cui avrebbe fatto il prestanome intestandosi fittiziamente centinaia di auto.

Andrea Mazzei, noto consulente finanziario, avrebbe agito per favorire Roberto Porcaro. Focus, in particolare, sulla vicenda del “Settimo Cafè“, locale sequestrato dalla Dda di Catanzaro il 1 settembre 2022, in concomitanza del blitz dell’operazione Reset. Secondo la pubblica accusa, Mazzei conosceva bene la caratura criminale di Porcaro. Sull’esercizio commerciale di Settimo Montalto Uffugo, tra i più frequentati della zona, sarebbe stata dimostrata la truffa ai danni di Invitalia. Per Mazzei, tuttavia, la Dda chiederà l’assoluzione per la presunta estorsione ai danni di Giuseppe Perrone e Giuseppe Broccolo, anche loro imputati a Reset.

Infine, la posizione dell’imprenditore cosentino Agostino Briguori, sul quale la Cassazione in sede cautelare si era espressa in modo netto, annullando senza rinvio l’ordinanza di conferma della custodia cautelare del Riesame di Catanzaro.

Sono attesi altri tre interventi nell’aula bunker di Castrovillari, comprese le richieste di condanna e/o di assoluzione. Poi toccherà alle difese. La sentenza è attesa per il 15 luglio 2025.