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Si arricchisce di un tassello fondamentale il maxi processo Reset, uno dei più importanti procedimenti giudiziari contro la ‘ndrangheta cosentina. Sono state depositate tutte le intercettazioni oggetto di perizia, chiudendo così il lavoro degli esperti fonici, conclusosi a fine marzo. Durante l’udienza stralcio svoltasi davanti al giudice Fabiana Giacchetti, le parti hanno avuto accesso alle captazioni utilizzate a fondamento dell’ordinanza di custodia cautelare che ha dato il via alla maxi inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro.
Si tratta di un passaggio delicato, perché proprio su queste intercettazioni – e sulla loro corretta trascrizione e interpretazione – potrebbe giocarsi l’esito di molte posizioni processuali ancora in bilico.
Doppio binario: abbreviato e ordinario
Il processo si sta sviluppando su due binari: da un lato il rito abbreviato, conclusosi lo scorso dicembre con un mix di condanne e assoluzioni; dall’altro il rito ordinario, ormai alle battute finali. All’appello mancano solo gli esami degli imputati, gli ultimi testimoni citati dalle difese e infine l’escussione dei periti, che si preannuncia decisiva.
In attesa di possibili sorprese
L’attenzione è ora rivolta a eventuali incongruenze tra ciò che è stato ascoltato e trascritto dalla polizia giudiziaria e quanto accertato dai consulenti tecnici nominati dal tribunale. Se dovessero emergere discrepanze rilevanti, potrebbero avere un impatto significativo sulla valutazione delle singole posizioni e, più in generale, sull’impianto accusatorio.
Il processo Reset ha rappresentato una delle indagini più complesse contro la criminalità organizzata di Cosenza, mettendo in luce alleanze, dinamiche interne, rapporti con il mondo economico e politico.