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Prosegue a ritmo serrato il processo “Reset” nell’aula bunker di Castrovillari. Nella seconda parte dell’ultima udienza è stato ascoltato Carmine Caputo, imputato con l’accusa di far parte della presunta confederazione mafiosa cosentina, considerato vicino al gruppo guidato da Roberto Porcaro.
Caputo ha rilasciato dichiarazioni spontanee prima dell’esame difensivo, chiarendo alcuni punti delle contestazioni mosse dalla Direzione distrettuale antimafia. «Non ho mai fatto alcun progetto con Andrea Mazzei, probabilmente si è confuso con mio fratello Vincenzo», ha affermato.
L’imputato ha raccontato la sua quotidianità prima dell’arresto, avvenuto il 1° settembre 2022: «Lavoravo come autista degli scuolabus per il Comune di Cosenza, tenevo corsi di arti marziali ai bambini e la sera facevo sicurezza nei locali» ha detto al difensore Fiorella Bozzarello. Caputo ha poi parlato del pentito Giuseppe Montemurro, che lo ha chiamato in causa: «Lo conoscevo per via dell’agenzia di sicurezza che gestiva insieme a Giuseppe Esposito. Abitava di fronte casa mia per un periodo. Non ho mai partecipato a riunioni pre-estive né a incontri con Rango o Porcaro, so dove abitavano ma non facevo parte di nessuna organizzazione».
Caputo ha smentito con fermezza anche qualsiasi forma di minaccia o violenza: «Non ho mai minacciato Antonio Tenuta. Il mio tono di voce è grezzo, ma non va frainteso. Conosco Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri per motivi di vicinato e lavoro, ma non sono mai stato coinvolto in attività illecite».
A proposito di Francesco Greco, imputato e cugino di Caputo, l’imputato ha dichiarato: «Mi fidavo di lui, ora ho capito che mi ha tradito. Mi ha accusato di usura, ma non ho mai prestato soldi a nessuno. Faticavo a pagare le bollette, figuriamoci fare da strozzino».
Smentita anche ogni responsabilità nelle presunte estorsioni ai danni di imprenditori della città vecchia e la partecipazione al gruppo diretto da Porcaro. Caputo ha raccontato di aver subito un’aggressione proprio da parte del presunto boss: «Una sera del 2019, Porcaro mi aggredì fisicamente senza neanche lasciarmi parlare. C’erano anche Francesco Greco, Luigi Abbruzzese “Banana” e altri. Mi feci picchiare e andai via per paura, da allora non l’ho più visto né sentito». Caputo è inoltre accusato di intestazioni fittizie di beni per conto di Porcaro. Su questo punto ha precisato: «Ho intestato diversi mezzi», mentre «non avevo rapporti con la società XXL».
Nel controesame del pubblico ministero Corrado Cubellotti, Caputo ha ammesso di conoscere diversi esponenti della famiglia Abbruzzese, precisando però che i rapporti erano esclusivamente di vicinato: «Sapevo cosa facevano, ma non mi è mai interessato».
Infine, Caputo ha fatto riferimento a una intercettazione in cui, parlando col fratello Giuseppe, ribadiva la propria contrarietà a proseguire con le intestazioni fittizie volute da Porcaro: «Gli dissi chiaramente che non intendevo più assecondare certe richieste». Il processo Reset riprenderà il prossimo 8 maggio.