Nel “non detto” di “Reset“, relativamente ai verbali di Roberto Porcaro, si nota ad occhio nudo che i verbali resi alla Dda di Catanzaro, e in parte messi a disposizione delle difese, nell’ambito dell’udienza preliminare in corso di svolgimento presso l’aula bunker di Lamezia Terme, facciano parte di un procedimento penale diverso da quello scattato all’alba del 1 settembre 2022 tra Cosenza, Rende e Roggiano Gravina. E questo, in alcuni casi, permette di capire quali possano essere i filoni investigativi che sta seguendo l’ufficio direttivo antimafia, in attesa di capire se tutti gli incartamenti passerrano il primo vaglio cautelare.

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Nel racconto sui singoli imputati, Roberto Porcaro afferma di conoscere «personalmente Alberto Superbo come storico appartenente all’organizzazione criminale cosentina da sempre nel gruppo di Michele Di Puppo. Ho avuto ripetutamente rapporti criminali con Alberto Superbo per la definizione di attività estorsive, rapine, atti intimidatori, traffico di stupefacenti, rendicontazione dei soldi della “bacinella” e preparazione degli “stipendi“. Nel 2019 Michele Di Puppo mi ha confidato che nello stesso anno gli è stata conferita la dote del Padrino mentre era detenuto nel carcere di Lanciano, attraverso un’imbasciata che Michele Di Puppo è riuscito ad inviare. Con riferimento alla sua attività di narcotraffico ricordo di una vicenda, accaduta nel 2013, nella quale Superbo era stato raggiunto da una perquisizione dei carabinieri di Rende mentre lui con la macchina si stava recando a disfarsi delle carte di imballaggio dei pacchi di cocaina che aveva poco prima lavorato. La perquisizione fu estesa presso la sua abitazione ma non nell’appartamento adiacente che adibiva al taglio della cocaina».