Il Fatto Quotidiano questa mattina ha dedicato un lungo approfondimento al comune di San Lucido, zona rossa ormai da un mese. Nell’inchiesta firmata da Selvaggia Lucarelli vengono messi in evidenza i paradossi che hanno accompagnato il paese dai 6 contagiati del 17 marzo ai 52 attuali. «Una sorta di “Vo’” al contrario – scrive – ma forse è più corretto parlare di una “Diamond Princess” sulla costa calabrese». Il dato certo è che al Covid-19 è stato fatto un baffo e che i tamponi a singhiozzo non hanno arginato la sua diffusione. «Il virus non è uscito di lì, ma lì si è propagato seminando morte e malattia. Insinuandosi nei luoghi familiari dei piccoli».

San Lucido, zona rossa senza né sindaco e né prete

La comunità è spaesata, spaventata e abbandonata. Selvaggia Lucarelli si focalizza sulla perdita dei punti di riferimento. «San Lucido è zona rossa che non ha un sindaco – scrive -. Perché il sindaco, uomo amatissimo che si era messo in testa di trasformare San Lucido in “paese dell’amore”, è morto un anno fa ad appena 44 anni. Il vicesindaco si è dimesso il 4 febbraio. Il commissario subentrato al vicesindaco si dimette a sua volta a metà aprile, a virus ormai dilagato». Ha timore di contagiare un parente in precarie condizioni di salute e lascia il posto al vicecapo di Gabinetto della Prefettura di Cosenza. E il prete del paese? Non c’è neppure lui. «Don Maurizio se ne è andato a Cosenza dalla famiglia e manda i saluti alla comunità via Facebook» si legge nell’articolo. Salvo però tornare per una fugace apparizione nella domenica delle Palme. Giusto per ribadire il concetto che lui è vicino alla gente…