Dati incrociati. E da incrociare. Mentre una parte della Dda di Catanzaro conduceva le operazioni relative al blitz di “Reset“, l’inchiesta contro la ‘ndrangheta cosentina, scattata all’alba del 1 settembre 2022, altri investigatori in forza all’ufficio antimafia del capoluogo di regione ascoltavano le conversazioni degli indagati coinvolti nell’inchiesta “Open Gates“, ovvero il procedimento penale contro il presunto narcotraffico nel carcere di Catanzaro.

Questa circostanza emerge dalle carte presenti nell’ultima operazione antidroga della procura antimafia coordinata oggi dal procuratore vicario Vincenzo Capomolla. Nella parte che riguarda i cosentini ci sono dei riferimenti a “Reset” riportati dai carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro che in quel periodo tenevano sott’occhio Bruno Bartolomeo e Immacolata Erra. Intercettando gli interessati, gli inquirenti hanno messo a fuoco, dal loro punto di vista, i punti di contatto tra i due indagati e Roberto Porcaro, all’epoca ancora da considerare come uno degli esponenti di spicco del clan “Lanzino-Patitucci” di Cosenza, poi pentitosi di essersi pentito dopo la fine dell’estate 2023.

Tutto nasce dall’analisi delle conversazioni registrate tra Bruno Bartolomeo e un altro indagato di “Open Gates“, Domenico Cicero, nel corso delle quali «Bartolomeo chiedeva all’interlocutore se le “cose di Gino“, le avrebbe prese lui, riferendosi probabilmente alla parte di stupefacente che “gestiva” Gino Garofalo» scrivono gli investigatori. Ancora Bartolomeo sarebbe stato “attenzionato” mediante altri canali di comunicazione come Whatsapp e Instagram. «I contatti con Pierpaolo Tormento e Bruno Bartolomeo continuavano assiduamente», come il 2 settembre 2022, un giorno dopo gli arresti di “Reset“, «veniva registrata una conversazione tra i due, e nell’occasione Pierpaolo riferiva che Gino Garofalo si trovava in sezione con Francesco Mazzei detto “Ciccio”, anch’egli coinvolto nella più volte menzionata operazione di polizia “Reset“».

In sostanza, ipotizzano gli investigatori, che gli indagati di “Opens Gates“, sollecitati da alcuni parenti di soggetti implicati in “Reset“, si sarebbero attivati per far arrivare “qualcosa” in carcere, come nella casa circondariale di Vibo Valentia. «Il legame tra Immacolata Erra e alcuni “personaggi” affiliati al clan “Porcaro” si evinceva, anche, degli esiti di una verifica effettuata mediante consultazione della Banca Dati in uso all’amministrazione penitenziaria”. Immacolata Erra avrebbe dunque intrattenuto “corrispondenza epistolare con Carmine e Giuseppe Caputo», entrambi imputati in “Reset“.

Altra corrispondenza epistolare risulterebbe con Gino Garofalo «ritenuto componente del sodalizio oggetto d’indagine». Ma il clou, secondo la Dda di Catanzaro, arriva più avanti, il 14 settembre 2022, quando Immacolata Erra avrebbe avuto una «corposa corrispondenza» con Roberto Porcaro. Ciò sarebbe avvenuto prima dell’operazione “Reset“. Porcaro in quel periodo era recluso a Voghera. Nell’elenco tuttavia comparirebbero anche Alberto Turboli e Bruno Bartolomeo. Il prosieguo lo affronteremo in un altro servizio.