Movida Cosenza, blitz della polizia: sequestrati strumenti musicali a cinque locali. Ecco quali sono.

Nella serata di ieri la polizia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo delle attrezzature e strumenti musicali di cinque locali della movida cosentina, emesso dal gip Piero Santese del Tribunale di Cosenza, su richiesta del pubblico ministero Giuseppe Cozzolino. Gli esercizi predetti sono “Prima Di”. “Boogie Blues”, “Cheers”, “Piano B” e “Vintage Zone”.

Movida Cosenza, le contestazioni ai titolari

Ai rispettivi titolari è contestato il «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone continuato, poiché organizzando serate di intrattenimento musicale mediante l’utilizzo di strumenti sonori e non impedendo gli schiamazzi e il vociare degli avventuri hanno disturbato il riposo e le occupazioni di una pluralità di persone».

«Numerose sono le lamentele delle vittime di queste illegittime attività – oggetto anche di atti di sindacato ispettivo parlamentare – i cui riflessi negativi hanno rischiato di ripercuotersi anche su terzi estranei alla vicenda come, ad esempio, i pazienti di un esercente la professione sanitaria impegnato il giorno successivo agli schiamazzi notturni in delicati interventi chirurgici» si legge in una nota della polizia.

La misura cautelare

La misura cautelare persegue, dunque, la finalità di impedire il protrarsi o l’aggravarsi delle conseguenze dannose del reato contestato ed è frutto di un’articolata attività investigativa – compendiata in un’informativa riepilogativa conclusiva – nel corso della quale la polizia stradale, originariamente investita in funzione dei disagi creati alla popolazione residente nei pressi dei locali dalla persistente violazione delle norme del codice della strada da parte degli avventuri, ha eseguito accertamenti strumentali con l’ausilio dell’Arpacal per i rilievi dei livelli sonori.

Tante testimonianze raccolte

La polizia ha sentito numerose persone, soggetti passivi dell’attività illegale, le cui dichiarazioni, unitamente alle decine di segnalazioni giunte alla Questura di Cosenza, attraverso l’utenza 113, hanno supportato gli elementi emersi dai predetti accertamenti tecnici, consentendo al giudice di motivare adeguatamente il decreto emesso ed eseguito dalla Polizia.