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In cinque anni le forze dell’ordine – dai carabinieri di Rende alla Questura di Cosenza – hanno sequestrato quasi 420 chili di marijuana. Circa 180 chili nel 2018, allorquando i militari dell’Arma fermarono a Lattarico Natale Ruà. Pochi giorni fa invece gli agenti della Squadra Mobile di Cosenza hanno rinvenuto a Luzzi quasi 235 chili di sostanza stupefacente custodita in un capannone apparentemente abbandonato ma utilizzato in realtà come una sorta di laboratorio. Perché tutto ciò è avvenuto nella Media Valle del Crati? Sospetti e indizi portano a ritenere come questa zona, per vari motivi, sia diventata la nuova “capitale” del narcotraffico.
Provincia di Cosenza invasa dalla droga
Quelli richiamati prima sono numeri eccezionali se parliamo di coltivazione e poi di traffico di droga. Quasi come avviene in territori lontani dall’area urbana di Cosenza, dove ad esempio è forte il consumo di cocaina, eroina, marijuana e altre sostanze. D’altronde, come si evince dalle ultime inchieste delle procure – sia di quella di Cosenza che della Dda di Catanzaro, le piccole e grandi città della provincia di Cosenza sono ormai inondate di tante schifezze.
Tracce investigative che partono da Cosenza e arrivano fino a Cassano Ionio, ramificandosi nelle zone più interne del Cosentino, proprio come la Media Valle del Crati. Se in alcune indagini la droga veniva importata dal Reggino e dal Napoletano, o in alcuni casi anche dall’estero, vedi Albania e Sud America, oggi la situazione potrebbe essere cambiata. Un mutamento originato forse dalla presenza sul territorio di personaggi di spicco della criminalità organizzata calabrese, che hanno “aperto” un nuovo mondo a chi “opera” tra Cosenza e dintorni.
Da Luzzi verso altre regioni italiane
Non passò inosservata la latitanza del narcotrafficante reggino Francesco Strangio, la cui capacità di penetrare nel sistema criminale cosentino è stata “attenzionata” dai carabinieri e dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta “Reset“, il procedimento penale contro la ‘ndrangheta cosentina, oggi giunto nella fase dell’udienza preliminare.
Nelle carte della maxi indagine antimafia ci sono tanti riferimenti a Strangio e alla sua cattura, con l’individuazione dei presunti favoreggiatori e soprattutto della sua “cerchia” fisicamente presente proprio nella Media Valle del Crati. In paesi distanti in apparenza dagli occhi degli investigatori ma capaci di creare un movimento notevole in ordine alla vendita della droga. Quei 235 chili di marijuana dovevano essere smistati in provincia di Cosenza? Forse in parte. Come emerse per il rinvenimento addebitato a Natale Ruà, quel carico sarebbe dovuto arrivare probabilmente in altre regioni, generando quindi una “plusvalenza” considerevole. Queste potrebbero essere dunque le nuove rotte del narcotraffico. Che producono, però, soltanto danni al tessuto economico-sociale.