Si è svolta il 13 luglio scorso l’udienza disciplinare dinanzi al Consiglio Superiore della Magistratura che ha affrontato la richiesta di radiazione avanzata dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e dalla procura generale presso la Corte di Cassazione nei confronti del giudice sospeso Marco Petrini, attualmente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari in provincia di Catanzaro.

Petrini, difeso davanti al Csm dall’avvocato Francesco Calderaro del foro di Castrovillari, ha ottenuto la sospensione del procedimento disciplinare in attesa della definizione del processo penale, così come richiesto dal suo avvocato di fiducia che ha aggiornato la commissione disciplinare del Csm, presieduta dal vicepresidente del Csm David Ermini, sugli ultimi avvenimenti giudiziari del suo assistito che rispetto alla richiesta di misura cautelare dovrà rispondere dinanzi al giudice di merito di molti meno reati. Tra questi il capo d’imputazione che veniva contestato anche all’avvocato Marzia Tassone del foro di Catanzaro (LEGGI QUI IL PROVVEDIMENTO DEL RIESAME DI SALERNO). Domani infatti riprenderà il processo in abbreviato davanti al gup del tribunale di Salerno.

Oggi, come anticipato dalla nostra testata, il collegio giudicante, presieduto dal presidente Valiante, ha dichiarato nulle le intercettazioni inviate dalla Dda di Catanzaro ai colleghi antimafia di Salerno (LEGGI QUI LE MOTIVAZIONI). Questa decisione avrà una ricaduta processuale anche per la posizione di Marco Petrini. Non solo quindi per Pino Tursi Prato e Luigi Falzetta.

«Petrini sospeso solo dalle funzioni»

«Il giudice Petrini ha ripreso a prendere lo stipendio e ad oggi ha solo la sospensione dalle funzioni, in quanto è in vigore la misura cautelare disciplinare» ha dichiarato l’avvocato Francesco Calderaro. Alla scadenza dei termini, ovvero dopo 21 mesi dall’applicazione della stessa, il giudice Petrini potrebbe tornare ad indossare la toga in una destinazione diversa dal Distretto giudiziario di Catanzaro, dove fino al giorno del suo arresto ricopriva il ruolo di presidente della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro.