Anche i giudici del Riesame di Catanzaro nel mirino del Csm. La prima commissione, guidata da Sebastiano Ardita, ha intenzione di ascoltare i magistrati del Tdl che svolgono le funzioni di giudici cautelari. L’oggetto delle audizioni? Presunte incompatibilità ambientali a seguito dell’avvio del procedimento disciplinare nei confronti del procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini trasferito provvisoriamente alla procura generale di Torino con le funzioni di sostituto procuratore generale. Il procuratore generale di Torino, Francesco Enrico Saluzzo gli ha affidato settori importanti, quali criminalità organizzata e antiterrorismo.

L’obiettivo della prima commissione del Csm è quello di verificare se sussistano altri casi Lupacchini, ovvero se ci siano altri magistrati che lavorano nel distretto giudiziario di Catanzaro incompatibili con il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, diventato l’uomo di riferimento della magistratura italiana, dopo le critiche arrivate da una parte della magistratura e della politica, in seguito all’indagine “Rinascita Scott”, contro la cosche del Vibonese.

In sostanza, ascoltando anche i giudici del Riesame di Catanzaro, ci si interroga se le eventuali decisioni avverso l’ordinanza del gip distrettuale di Catanzaro, Barbara Saccà, siano state assunte in modo imparziale, trasparente o genuino oppure se le dichiarazioni rilasciate a TgCom24 da Otello Lupacchini abbiano influito sui provvedimenti assunti dal Riesame di Catanzaro.

Ormai il vento populista-giudiziario sta investendo organi fondamentali dell’ordinamento giuridico e istituzionale italiano. Basti pensare che il ministro della Giustizia in carica, Alfonso Bonafede continua a collezionare gaffe sulle norme penali. Vien da ridere, ma c’è solo da piangere. Senza dimenticare che ci sono magistrati che fanno il doppio gioco, relazionandosi in via riservata con noti esponenti politici italiani e calabresi, sui quali il Csm chiude probabilmente gli occhi.