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La cerimonia di insediamento della nuova presidente del Tribunale di Cosenza, Loredana De Franco, è avvenuta in una data altamente simbolica: il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci. Una coincidenza, certo, ma anche un’occasione per ricordare Giovanni Falcone, uno dei più valorosi servitori dello Stato.
Nel 1992, quando la mafia fece saltare in aria l’autostrada insieme al giudice Falcone, la dottoressa De Franco era agli esordi della sua carriera in magistratura.
«Ricordo bene quella giornata – racconta – perché ero una giovane uditrice. Avevo appena superato il concorso in magistratura e avevo iniziato l’uditorato alla Corte d’Appello di Catanzaro. Proprio quel giorno stavo studiando uno dei primi fascicoli che mi erano stati assegnati, quando sentii la notizia della strage. Rimasi sconvolta.»
Oggi, dopo oltre trent’anni, approda alla guida del Tribunale di Cosenza: «Questo incarico rappresenta per me una grande soddisfazione ma anche una grandissima responsabilità. Ne sono perfettamente consapevole, ma credo di avere la forza per affrontarla. Ho maturato esperienze anche difficili, come quella di presidente di sezione al Tribunale di Castrovillari durante l’accorpamento con Rossano, un momento molto complicato. E poi alla Corte d’Appello di Catanzaro, che è una realtà molto impegnativa.» Cosenza è una terra complessa, che ha bisogno di una giustizia efficace e vicina ai cittadini.
«Per quanto riguarda le priorità, so bene che raggiungere la massima efficienza nella gestione del Tribunale è un obiettivo ambizioso e a lungo termine. Ma ci sono scadenze immediate da affrontare. Una su tutte: il traguardo del PNRR previsto per giugno. Sul civile siamo abbastanza avanti, ma c’è da recuperare sul penale».
Tra le riforme che potrebbero incidere profondamente sull’organizzazione, anche quella sulla collegialità del GIP per l’adozione delle misure cautelari: «Se entrerà in vigore, dovremo rivedere l’assetto interno. Senza dimenticare il problema del Tribunale della famiglia: ci sono molte questioni aperte.»
Ma per la presidente De Franco il vero banco di prova resta uno: la fiducia dei cittadini nella giustizia. «Sappiamo tutti che la lentezza dei processi è una delle principali preoccupazioni. Purtroppo, nessuna riforma finora è riuscita davvero a risolvere questo problema. Ed è un problema che sentiamo anche noi. Io vivo a Cosenza, conosco la città, e mi dispiace sentire commenti negativi sul nostro lavoro. Il Tribunale è fatto da magistrati preparati e molto impegnati, ma se mancano risorse e strumenti, non possiamo far fronte al carico che abbiamo».
Infine, un richiamo al senso più profondo della funzione giudiziaria: «Non c’è solo la grande criminalità. I cittadini spesso chiedono giustizia per piccole cause, che magari a noi sembrano marginali ma che per loro sono vitali. Bisogna garantire una risposta anche a questi bisogni, perché ogni fascicolo rappresenta una vita, una storia».