Sono almeno due le persone indagate per aver coperto la fuga e poi la latitanza di Francesco Costantino De Luca, il 53enne rendese preso ieri a Nocera Terinese dopo tre mesi e mezzo di ricerche. Lo scorso 14 maggio, era sfuggito all’arresto per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, disposto anche nei suoi confronti nell’ambito dell’operazione “Recovery“.

Nessun altro è stato trovato con lui al momento del blitz, ragion per cui le manette sono scattate solo ai suoi polsi. Gli inquirenti, però, hanno sospetti precisi e circostanziati sull’identità di chi, per tutto questo tempo, gli avrebbe prestato assistenza. Nei loro confronti, dunque, si procederà per vie ordinarie, con eventuali richieste di misure di cautelari che saranno rimesse all’attenzione del giudice. L’ipotesi di reato, va da sé, è quella di favoreggiamento personale aggravato dalle finalità mafiose.

Nel frattempo, emergono nuovi particolari sulle fasi concitate che hanno portato alla “cattura” del fin qui invisibile De Luca, da tempo considerato come un quadro intermedio del clan Lanzino, ma divenuto di fatto l’esponente più alto in grado tra quelli ancora in libertà a seguito dell’ondata di arresti determinata nel 2022 dall’operazione “Reset“.

L’uomo si nascondeva nella località tirrenica, al confine tra le province di Catanzaro e Cosenza, trascorrendo il tempo come un normalissimo villeggiante. Non a caso, stava per dare il via al suo ennesimo bagno di sole e di mare quando si è ritrovato davanti a un plotone di agenti della Squadra Mobile, giunti da Cosenza apposta per lui.

Alla vista degli uomini in divisa, non ha opposto resistenza all’arresto e a loro ha confidato che, proprio in quelle ore, valutava la possibilità di costituirsi. Buone intenzioni, ammesso che di questo si tratti, ma ormai decisamente inattuali. Lo stabile in cui aveva trovato dimora è stato dapprima circondato e l’appartamento in cui si nascondeva, frugato da cima a fondo. Dalle perquisizioni, però, non è emerso nulla che possa aggravare una situazione, la sua, già di per sé complicata.

Portato in questura, a Cosenza, per ottemperare alle formalità di rito, l’ex latitante è stato poi accompagnato nel carcere di Vibo Valentia, luogo in cui oggi riprenderà per lui il discorso interrotto tre mesi e mezzo fa. De Luca, infatti, affronterà l’interrogatorio di garanzia di “Recovery” per poi seguire da dietro le sbarre gli sviluppi della vicenda giudiziaria ormai prossima alla chiusura delle indagini preliminari. Lo difendono gli avvocati Angelo Pugliese e Michele Franzese.