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Francesco Greco collabora con la giustizia da circa un anno. L’ex braccio destro di Roberto Porcaro, già “reggente” del clan degli italiani di Cosenza, ha “saltato il fosso” nel mese di agosto 2023, rivelando le dinamiche criminali di sua conoscenza ai magistrati antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti. Dichiarazioni che dal punto di vista investigativo-indiziario, sono servite ad irrobustire le accuse nel processo Reset ma soprattutto a far decollare l’inchiesta Recovery.
In merito alla recente indagine contro il narcotraffico, coordinata dalla Dda di Catanzaro, il collaboratore di giustizia Francesco Greco, ha parlato del cosiddetto “Sistema” della droga a Cosenza. «Voglio riferire della mia attività nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti che ho sempre effettuato insieme o, comunque, per conto di Roberto Porcaro», dichiara il pentito.
«Premetto che l’attività di spaccio a Cosenza è interamente regolata dall’associazione mafiosa nell’ambito del cosiddetto “Sistema”. Questo significa che chiunque voglia avvicinarsi o intraprendere attività di spaccio deve preliminarmente chiedere ed ottenere l’autorizzazione dei vertici dell’associazione, quindi, seguirne le regole che consistono essenzialmente nell’obbligo di approvvigionarsi dagli stessi referenti dell’associazione e divieto di effettuare il c.d. “sottobanco” (vale a dire l’approvvigionamento da canali diversi)», aggiunge Greco.
Prima e dopo l’arresto di Maurizio Rango
«Il sistema prevedeva addirittura una bacinella unica tra italiani e zingari sino al 2014, sostanzialmente sino a poco prima dell’arresto di Maurizio Rango», già capo del clan degli “zingari” di Cosenza. «Successivamente vi è stata una spartizione più netta dei gruppi, ferme restando le regole sull’approvvigionamento e sull’autorizzazione a spacciare. In questo sistema rientrano anche alcuni soggetti che hanno tradizionalmente mantenuto una organizzazione dello spaccio più “autonoma”, e mi riferisco principalmente ad Alfonsino Falbo, Marco Perna e Sergio Raimondo. Questi non hanno mai versato proventi nella bacinella comune ed avevano canali di approvvigionamento anche autonomi, vantando una tradizione criminale più remota» dice il pentito.
«In ragione di questa autonomia si sono alternati periodi di frizione con gli altri gruppi italiani e periodi di collaborazione con gli stessi; così come in un primo periodo (fino al 2015) Alfonsino Falbo e Marco Perna spacciavano assieme, in un secondo periodo, Marco Perna è stato più autonomo ed Alfonsino Falbo ha collaborato più strettamente con Sergio Raimondo (prevalentemente tra il 2017 ed il 2018)», che tuttavia dall’accusa di narcotraffico è stato assolto in via definitiva dalla Corte d’appello di Catanzaro.
I rapporti di Porcaro con gli “zingari”
«Allo stesso modo, dopo la spartizione della bacinella nel 2014, Roberto Porcaro ha intensificato i rapporti con gli Zingari, a partire dal 2016-2017, con i quali, ferme restando la distinzione delle bacinelle, sono ripresi rapporti di reciproco scambio e collaborazione soprattutto nel reperimento di sostanza stupefacente da immettere sul mercato.
Nell’ambito di questo sistema, gli italiani spacciano tradizionalmente cocaina, marjuana ed hashish, mentre gli zingari, oltre a spacciare cocaina, marjuana ed hashish, si occupano di spacciare quasi esclusivamente anche l’eroina. La regola del sottobanco è formalmente sempre valido, sebbene ce ne siano diversi di episodi di approvvigionamenti “esterni”» conclude Francesco Greco.