Non solo Francesco Greco e Daniele Lamanna figurano tra gli imputati del processo abbreviato di “Reset“, ma anche Adolfo Foggetti, alias il “Biondo“. Parliamo dell’ex “reggente” del clan “Rango-zingari” nel Tirreno cosentino che, nel dicembre 2014, temendo di essere ucciso dai suoi “amici”, collaborò con la giustizia facendo rinvenire ad Orto Matera, frazione di Castrolibero, il corpo di Luca Bruni.

Possiamo anche dire che, probabilmente, senza il pentimento di Adolfo Foggetti tante cose non sarebbero andate, per la Dda di Catanzaro, nel verso giusto. La collaborazione dell’uomo cresciuto in via Panebianco ha squarciato il velo sui nuovi equilibri della ‘ndrangheta cosentina riappacificatasi dopo una guerra di mafia che aveva insanguinato le strade della città dei bruzi. Foggetti pentito, dunque, equivale a un terremoto giudiziario che ancora oggi si sente nelle aule di giustizia.

Processo abbreviato “Reset”, la posizione di Adolfo Foggetti

L’avvocato Michele Gigliotti, difensore di Greco, Lamanna e per l’appunto di Adolfo Foggetti, ha evidenziato l’excursus criminale del suo assistito, soffermandosi sui due capi d’accusa di cui risponde nel processo “Reset“. Uno in concorso con Daniele Lamanna e l’altro in concorso con Francesco Patitucci e Andrea Bruni. «Foggetti insieme a Lamanna si è reso reo di un evento omicidiario che nella sua drammaticità ha, come dire, svolto un riverbero importantissimo sugli assetti, in maniera definitiva sugli assetti e gli equilibri della criminalità organizzata cosentina, parlo l’omicidio di Luca Bruni» che ha determinato «uno stravolgimento negli equilibri e nella geografia criminale della città bruzia. Anche in questo caso ho indicato dei lacerti di interrogatorio dove Io stesso Foggetti ci parla di riunioni svolge anche con riferimento all’estorsione all’impresa impegnata nei lavori a Piazza Bilotti e ci parla soprattutto anche di Robertino Porcaro».

«Sicuramente vale il discorso della credibilità intrinseca ed estrinseca del collaboratore» che secondo l’avvocato Gigliotti «è un soggetto comunque indipendente, il suo racconto è scevro di sovrapposizioni, intese fraudolente ed è, come dire, anche in questo caso il racconto è gravido di elementi esterni e riscontri che abbondano, basti pensare che il racconto dei due collaboratori di giustizia, Lamanna e Foggetti, anticipa quasi in maniera profetica quello che poi si ritrova nel compendio intercettivo, quello che ci restituiscono le operazioni delle intercettazioni, quasi a dire che le dinamiche di fatto in questi ambienti non cambiano mai». La difesa ha chiesto la continuazione con la sentenza “Nuova Famiglia“, dove Foggetti è stato condannato per associazione mafiosa e altri reati fine, nonché per il delitto di Luca Bruni.