Intercettazioni inutilizzabili. La difesa di Pino Tursi Prato ha sollevato un vizio genetico nella prima udienza del processo ordinario, denominato “Genesi“. Si tratta dell’inchiesta di Salerno sul giudice sospeso, Marco Petrini, accusato di corruzione in atti giudiziari dalla Dda di Salerno. Riguarda l’indagine che ha smascherato un sistema “giudiziario” marcio, nel quale un medico in pensione dell’Asp di Cosenza, Emilio Mario Santoro, faceva il bello e il cattivo tempo. Legatissimo a Marco Petrini, amico di Tursi Prato e degli altri imputati. Quasi tutti a caccia di una sentenza favorevole in cambio di denaro o regali.

Secondo la difesa di Pino Tursi Prato le intercettazioni della procura di Catanzaro, poi trasferite a Salerno, e quelle della procura salernitana, sono viziate all’origine. L’avvocato Cataldo Intrieri, insieme ai colleghi Franz Caruso e Michele Filippelli, ritiene che le castrazioni telefoniche e ambientali non possano essere fonti di prova del processo. Dal canto suo, la Dda di Salerno ha evidenziato la legittimità del suo operato, ma il tribunale collegiale di Salerno, dopo un’ora di camera di consiglio, si è riservata di decidere nell’udienza del prossimo 23 luglio. E’ una questione molto delicata che potrebbe essere decisiva ai fini processuali, che le difese di Arcuri e Falsetta, che si sono associate all’eccezione degli avvocati di Tursi Prato, intendono portare fino in fondo.