Parte oggi il processo contro Tiziana Mirabelli, 46enne di Cosenza, rea confessa dell’omicidio dell’anziano di San Fili, Rocco Gioffrè, ucciso al quinto piano di un edificio di via Monte Grappa. L’imputata, difesa dall’avvocato Cristian Cristiano, ammazzò l’uomo il 14 febbraio scorso, recandosi però dai carabinieri soltanto cinque giorni dopo.

Rispetto all’iniziale impianto accusatorio, la procura di Cosenza coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo, ha contestato a Tiziana Mirabelli tre nuove aggravanti, quella della crudeltà, dei futili motivi e del nesso teleologico conseguenza di una rapina. Una notizia anticipata da Cosenza Channel lo scorso primo agosto.

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Nel primo caso, il pm Marialuigia D’Andrea, a seguito della perizia medico-legale depositata dai consulenti scelti dall’ufficio inquirente, ritiene che Tiziana Mirabelli non si sia difesa dalla presunta violenza sessuale della vittima, la quale (secondo la donna) avrebbe voluto fare sesso, sbattendo contro il presunto rifiuto dell’imputata. La crudeltà quindi si evincerebbe dal numero di coltellate, 41 in tutto, e dal modo con le quali sono state inferte al povero Gioffrè. Per quanto riguarda i futili motivi, per la pubblica accusa, l’imputata ha dichiarato il falso raccontando che l’anziano cosentino voleva violentarla.

La novità processuale tuttavia è contrassegnata dalla contestazione della terza aggravante, ovvero quella del nesso teleologico in conseguenza di una rapina. I magistrati Spagnuolo e D’Andrea sostengono che Tiziana Mirabelli, dopo aver ucciso Rocco Gioffrè, si sia impossessata della somma di 1800 euro, di proprietà dell’uomo, depositando i contanti sul proprio conto corrente. Per i magistrati questo evento si sarebbe verificato all’indomani dell’assassinio. 

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L’avvocato Cristian Cristiano, tuttavia, cercherà di ribaltare quest’ultimo assunto accusatorio, battendo soprattutto la pista della legittima difesa. Le parti civili sono rappresentate dall’avvocato Francesco Gelsomino, mentre il collegio giudicante è composto dal presidente Paola Lucente, dal giudice a latere Francesca De Vuono e dal resto della giuria popolare.