Ci sono momenti diversi prima dell’omicidio di Rocco Gioffrè, 75enne originario di San Fili, ucciso da Tiziana Mirabelli il 14 febbraio scorso in via Monte Grappa a Cosenza. I momenti diversi di cui parliamo riguardano ovviamente le uniche conversazioni certe, di tipo telematico, tra la vittima e l’assassina. Chat, prima su Messenger e poi su WhatsApp, acquisite dalla difesa e messe a disposizione del gip Alfredo Cosenza per una rivalutazione delle esigenze cautelari. Rivalutazione, tuttavia, che non c’è stata in quanto il giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Tiziana Mirabelli, non ha cambiato idea, valorizzando in senso contrario gli ultimi giorni di vita tra Gioffrè e la donna cosentina. Tanto per capirci, il gip ha analizzato il contenuto delle chat tra l’11 e il 13 febbraio 2023. L’ultimo messaggio su WhatsApp tra i due risale infatti alle 16.26, un giorno prima che l’uomo venisse accoltellato a morte da Tiziana Mirabelli.

Le chat analizzate dal gip di Cosenza

La difesa, rappresentata dall’avvocato Cristian Cristiano, ha sempre portato avanti la tesi secondo cui la sua assistita, Tiziana Mirabelli, avesse sempre respinto le proposte sessuali dell’uomo, sia un anno prima che in epoca antecedente al delitto consumatosi al quinto piano di un palazzo di via Monte Grappa a Cosenza. Per la donna, sentita sia dagli investigatori che dai magistrati, Rocco Gioffrè era geloso al punto di aver piazzato le microspie per filmare i movimenti della donna. “Cimici” poi rinvenute e tolte da Tiziana Mirabelli e utilizzate dalla stessa come una sorte di “minaccia“, al fine di presentare una querela mai sporta all’autorità giudiziaria. Ma il punto ad oggi non è questo. Cosa emerge dalle chat tra Rocco Gioffrè e Tiziana Mirabelli? Secondo il giudice Alfredo Cosenza, la tesi difensiva non merita accoglimento per un motivo molto semplice.

Per il gip Cosenza è «evidente che dalla lettura delle chat è la Mirabelli a richiedere al Gioffrè, insistentemente, attenzioni che l’uomo non intende riconoscerle. Circostanza, questa, particolarmente significativa in quanto temporalmente riferibile proprio alle ore immediatamente precedenti l’omicidio». E le conversazioni telematiche in cui la donna intende chiedere «calore» all’anziano sarebbero sintomatiche di come non si possano mutare le esigenze cautelari, inducendo a trascurare il dato oggettivo di quanto accertato in ordine alla dinamica dell’azione lesiva, riconducibile al fatto che la donna, Tiziana Mirabelli, abbia inferto 36 fendenti con un coltello di cucina contro il povero anziano.

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Sempre nelle chat analizzate dal gip, ci sono alcuni scambi di messaggi che rispetto alla richiesta di “calore» sembrano orientare il rapporto verso un ricevere senza dare, l’esatto contrario del “do ut des“, ovvero ti do qualcosa in cambio di un’altra. Per farla breve: è pacifico che Rocco Gioffrè avesse prestato dei soldi alla donna e in cambio, evidentemente, si attendeva qualcosa di più in termini affettivi. E ciò emerge chiaramente due giorni prima della morte di Gioffrè, quando i due avevano sostanzialmente concordato di vedersi. Così prima di mezzanotte la vittima, che prima aveva paventato la possibilità di dare la corrente alla donna per accendersi la stufa, subito dopo avvisa che un parente avrebbe dormito fuori casa, tornando il giorno successivo. Tiziana Mirabelli, a notte inoltrata, scrisse così: «Ok sono arrivata ora mi mangio qualcosa e dopo vengo ok». E lui rispose: «Come vuoi». In realtà non ci fu nessun incontro, perché Tiziana Mirabelli, il 13 febbraio 2023, si giustificò: «Buongiorno perdonami, mi è preso il sonno».

Le risposte date da Rocco Gioffrè, evidentemente, sono di un uomo che era stanco di farsi prendere in giro da una donna che un anno prima, almeno fino a settembre, mese in cui si interrompono le conversazioni su Messenger, rifiutava le più intime proposte d’incontro, ricordando alla vittima di non essere una «prostituta», per il fatto di accettare soldi e in cambio di concedersi sessualmente. E dalle conversazioni spunta anche un certo risentimento quando la donna aveva chiesto all’uomo di andare a trovarla. «Non hai l’imbarazzo di scelta, perché proprio io» e la Mirabelli rispose «va bene come dici tu come sempre non hai capito niente».

Le chat di un anno prima

Circa un anno prima, il tenore delle conversazioni telematiche tra Tiziana Mirabelli e Rocco Gioffrè era ben diverso da quelle antecedenti al delitto. Qui si constata infatti qualsiasi forma di approccio rifiutato dalla donna che sentiva, a suo dire, la presenza ingombrante dell’uomo. Il 21 giugno 2022 infatti l’indagata afferma che «forse non hai capito tu, la mia vita non la devi controllare», riferendosi probabilmente alle «microspie». E ancora: «Da me non deve salire nessuno, io non sono una prostituta e te lo sto ripetendo più volte, BUANU». Il tema delle “cimici” ritorna anche il 7 agosto 2022, qualche giorno prima che Gioffrè prendesse atto che «a quanto ho capito ti piacciono i “robusti” come te». «Ricordati che ho le microspie tue non le ho mai buttate» diceva la donna. Un mese prima invece la vittima era convinto che lei lo volesse bene. «Lo so che mi vuoi un mondo di bene, so anche perché non ti fai baciare, forse ho trovato una badante».

Qualche mese prima, le tensioni si erano acuite al punto che la vittima rinfacciava all’indagata qualcosa. «Comunque non sei stata ai patti, lascia stare» scriveva Gioffrè. «Sai bene che la telecamera riceve tutto, suono, voci e altro» aggiungeva l’uomo. E infine: «E non andare a dire che io ti ho preso per la gola». La donna, secondo Gioffrè, erano venuta meno a dei presunti accordi, che lei ha sempre negato di aver “stipulato”. «Tu potevi fare la signora, e nessuno sapeva mai niente, e soprattutto non vedevano niente, in settimana ti prendevi il resto e non avevi bisogno di nessuno, anche se io avanzo e non ti chiedo niente». Un rapporto di «amore e odio» che poi veniva stemperato con una sigaretta. In altre occasioni, le chat erano decisamente più serene: «Scusa sei a casa?» domandava la donna. «Mi potresti dare una fetta di pane e un uovo? E se l’hai una sigaretta…». A distanza di qualche settimana, l’uomo aveva avanzato una proposta sessuale. Parliamo del 6 aprile 2022. La notte l’uomo scriveva così. «E ti ricordo che io con 300 euro ti posso dare la corrente per sempre». In sostanza, Tiziana Mirabelli nelle chat sembra perdere sempre tempo, rinviando qualsiasi situazione “intima” che avrebbe potuto illudere la vittima. Di sicuro, l’indagata ha sempre approfittato della bontà dell’uomo.

Le novità su Tiziana Mirabelli

Le chat quindi mostrano un rapporto che cambia da un giorno all’altro: sale a buoni livelli di simpatia e dopo un po’ regredisce in malo modo. La procura di Cosenza su questo e su tanto altro vuole vederci chiaro. Domani mattina nel carcere di Reggio Calabria, il pubblico ministero che coordina le indagini interrogherà la donna. Sarà l’occasione per capire tante cose, anche eventualmente se vi sia stata premeditazione. Un’aggravante sempre pronta ad essere contestata rispetto a un delitto così efferato. Intanto, la difesa di Tiziana Mirabelli farà ricorso al Riesame avverso la decisione del gip di rigettare la richiesta di modifica della misura cautelare. A luglio, invece, si terrà l’udienza in Cassazione.