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I giudici l’avevano detto: stiamo valutando. E alla fine hanno valutato che Francesco Stola può lasciare il carcere per andare agli arresti domiciliari. Arriva l’attenuazione della misura cautelare, dunque, per uno degli imputati del processo “Reset” e si tratta di un provvedimento emesso per ragioni di salute. Stola, infatti, è da tempo affetto da una patologia alla schiena che in precedenza lo aveva costretto su una sedia a rotelle.
Trasferito dal carcere di Catania a quello di Lecce ha affrontato un intervento chirurgico il cui effetto è stato quello di rimetterlo in piedi. Solo temporaneamente. Di recente, infatti, per deambulare ha dovuto inforcare nuovamente le stampelle, circostanza che ha indotto i suoi difensori Cristian Cristiano e Antonio Quintieri ad andare in pressing per chiedere nuovamente una misura meno afflittiva.
Al riguardo, il pubblico ministero aveva espresso parere contrario, ma a dirimere la questione ci ha pensato l’Asl leccese. Il loro fisioterapista si reca in carcere solo due volte a settimana, il che significa che, stando così le cose, Stola non potrebbe svolgere la riabilitazione di cui invece necessita.
La decisione è rimasta in sospeso per qualche giorno. Il diretto interessato ne aveva chiesto conto ai giudici proprio oggi, rilasciando dichiarazioni spontanee in coda all’udienza in programma nell’aula bunker di Lamezia Terme. Alla fine, ha ottenuto il sospirato via libera. Secondo gli inquirenti Stola è uno degli uomini di fiducia di Roberto Porcaro. Nel processo è accusato di associazione mafiosa e di due estorsioni in concorso proprio con quest’ultimo.