Il presidente della Corte d’Assise di Cosenza Paola Lucente ha accolto la richiesta di nullità del giudizio immediato avanzata dall’avvocato Cristian Cristiano per conto della sua assistita Tiziana Mirabelli.

La richiesta di Tiziana Mirabelli

Al via il processo contro Tiziana Mirabelli, imputata per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dal nesso teleologico conseguenza di una rapina. In Corte d’Assise a Cosenza si discute della morte di Rocco Gioffrè, l’anziano originario di San Fili ucciso il 14 febbraio 2023 in un appartamento situato al quinto piano di un palazzo in via Monte Grappa.

La difesa di Tiziana Mirabelli ha avanzato una richiesta di nullità del decreto che dispone il giudizio immediato firmato dal gip Alfredo Cosenza su proposta della procura di Cosenza. L’avvocato Cristian Cristiano sostiene che sia stato leso il diritto di difesa in quanto l’imputata, nei due interrogatori svolti (il primo nel momento della confessione e il secondo nel carcere di Reggio Calabria), non ha ricevuto alcuna contestazione relativa alla presunta rapina che sarebbe avvenuta nell’immediatezza del delitto di sangue. Rapina di 1800 euro che la procura ritiene che sia il movente dell’assassinio di Rocco Gioffrè.

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«Due di queste tre aggravanti sono relative al secondo capo d’accusa che il gip non ha valutato in sede di giudizio immediato, manca quindi l’interrogatorio su queste nuove circostanze che la procura di Cosenza ha contestato successivamente». La seconda questione posta dal penalista Cristiano è riferita all’omessa ostensione di tutti gli atti contenuti nel giudizio immediato. Per il legale mancano il video della presunta rapina e le foto delle ferite della Mirabelli nella discovery disponibile prima della richiesta di giudizio immediato formulata dalla procura di Cosenza. Una situazione che avrebbe eventualmente portato la difesa, senza le nuove aggravanti, a scegliere un rito alternativo.

La procura di Cosenza, rappresentata dal pubblico ministero Marialuigia D’Andrea, si è opposta a quanto sostenuto dall’avvocato Cristiano, evidenziando come non ci sia stato nessuna lesione del diritto di difesa. «Il difensore e l’imputata avevano già contezza degli elementi probatori, inoltre l’interrogatorio del 20 giugno 2023 è stato richiesto proprio dalla difesa. Negli atti a disposizione già era presente il video dal quale si evincerebbe l’atto delittuoso della rapina. Video presente anche in data 19 settembre 2023, riversato in Diap».