«In qualità di Consigliere Comunale di Minoranza, sento oggi il dovere morale e istituzionale di rendere pubblica la conclusione di una vicenda che ha riguardato non solo la mia persona, ma l’intera comunità di Calopezzati». Così in una nota Mario Amodeo, Consigliere Comunale di Minoranza di Calopezzati.

«Nel maggio 2023, sono stato denunciato per diffamazione dall’Amministrazione Comunale per aver esercitato il mio diritto – e dovere – di proporre al Prefetto di Cosenza un confronto istituzionale sull’opportunità di discutere sull’opportunità di adottare il sistema Scout Speed installato nel nostro Comune. Una richiesta, la mia, nata da un senso di responsabilità verso i cittadini, che ritenevo – e ritengo – danneggiati da uno strumento che non appariva finalizzato alla sicurezza, ma piuttosto all’introito economico in favore delle casse comunali.

Oggi, il Tribunale di Castrovillari ha archiviato il procedimento penale a mio carico, su richiesta del Pubblico Ministero. Le parole del Giudice per le Indagini Preliminari sono chiare: “l’insussistenza degli elementi costitutivi dei reati ipotizzati” e “l’assenza di contenuti lesivi” dimostrano l’assoluta infondatezza delle accuse.

Ma c’è un aspetto ancora più grave: la Giunta ha incaricato un legale esterno, sostenendo un costo di 500 euro con fondi pubblici. In un Comune in dissesto economico, con famiglie già provate da tassazione elevata e ulteriori aumenti all’orizzonte, considero questo atto un abuso di risorse che appartengono a tutti.

Per questo motivo, rivolgo un appello diretto e pubblico al Sindaco Edoardo Antonello Giudiceandrea, al Vicesindaco Giuseppe Gigliotti e all’Assessore Vito Vulcano: siano loro, oggi, a farsi carico di quella spesa. Sarebbe un gesto semplice ma concreto, un segnale di rispetto verso i cittadini e verso la funzione che ciascuno di noi ricopre. Non è solo una questione economica, ma di dignità, di responsabilità politica, di amore per la propria comunità.

La politica non può essere lo strumento per zittire il dissenso, né la critica può essere vissuta come attacco personale. Difendere la libertà di espressione significa difendere la democrazia stessa. Io continuerò a svolgere il mio ruolo con la schiena dritta, senza rancore, ma con la determinazione di chi crede nella forza delle idee, nel dialogo e in una politica che non divide, ma serve. Per Calopezzati. Per tutti noi».