Vincenzo Carbone, professore ordinario del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, è improvvisamente scomparso nella notte a causa di un malore. La notizia ha colpito profondamente la comunità accademica e scientifica, che pochi giorni fa aveva celebrato il prestigioso riconoscimento della Lewis Fry Richardson Medal per l’anno 2025, conferito a Carbone dalla European Geophysical Union (EGU). Questo premio, istituito nel 1997, viene assegnato a scienziati che si sono distinti per contributi di eccezionale valore scientifico nell’ambito della geofisica.

Vincenzo Carbone è stato premiato per i suoi studi innovativi nel campo della fisica dei plasmi spaziali, del vento solare, della magnetosfera terrestre e dello space weather. Le sue ricerche hanno significativamente arricchito la comprensione dei fenomeni non lineari che regolano l’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre, con importanti ricadute sulla conoscenza degli effetti di questi fenomeni sull’ambiente spaziale e sul nostro pianeta.

Oltre ai suoi contributi nello studio del sistema solare, Carbone ha dedicato la sua carriera allo studio dei sistemi complessi, sviluppando modelli teorici avanzati per descrivere le dinamiche non lineari che caratterizzano numerosi fenomeni naturali, dai processi spaziali a quelli atmosferici e geofisici. Il suo lavoro si è esteso anche all’analisi dei cambiamenti climatici, offrendo strumenti utili per comprendere meglio l’evoluzione dei fenomeni climatici e il loro impatto sul nostro pianeta.

La sua capacità di integrare diverse discipline scientifiche, abbinata a un approccio innovativo, ha reso Vincenzo Carbone uno degli scienziati più influenti in Italia e all’estero. Con la sua scomparsa, la comunità accademica perde un ricercatore di straordinario valore e un punto di riferimento per lo studio dei fenomeni naturali complessi.