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Presentate ieri all’Hotel San Francesco di Rende le cinque liste che sostengono Principe alle prossime elezioni amministrative
Un discorso fiume da vecchio animale politico, sviscerando uno a uno i punti del programma e strappando qua e là qualche risata. «Noi abbiamo un problema: ogni volta che facciamo una cosa prima ci bestemmiano i morti e poi dicono che è bella».
Un piede nel passato e l’occhio al domani, quell’attitudine tutta racchiusa nello slogan “Riprendiamoci il futuro” sotto la cui insegna si presentano le cinque liste che compongono la coalizione di Sandro Principe: Rende Riformista, Insieme per Rende, Rende avanti, Riprendiamoci Rende, Italia del Meridione.
Il civismo ormai d’ordinanza ma con una precisa identità, chiarisce il candidato sindaco. «Non riesco a rassegnarmi a una visione della politica priva di differenziazioni culturali. Bisogna avere una cultura politica. Questo significa che coloro che pensano che destra e sinistra non esistono più sono povere persone rinsecchite culturalmente». Diverse stoccate alle “insalate russe” messe in campo dalla concorrenza: «Come faranno a prendere decisioni insieme?».
E poi i temi. L’urbanistica, i servizi, il lavoro. La necessità del ritorno a una città «pulita e ordinata», «moderna e inclusiva», una città che investe sui suoi figli, che mette al centro le persone. «Fino a qualche anno fa queste cose erano realtà», scandisce Principe nella sala dell’hotel San Francesco a Rende, dove ieri sera ha presentato i candidati che lo sosterranno alla prossima tornata elettorale.
Una sfida in prima linea partita sul filo di lana, «in un primo aprile che è stato un pesce d’aprile prima di tutto per me». Arrivata a sorpresa – checché se ne dica, sottolinea Principe – e accettata. “La storia siamo noi”, intona la voce di De Gregori da uno stereo facendo da sigla all’incontro. Quella storia che, nelle intenzioni di Sandro Principe, vuole ripartire da dove si era interrotta.
Lavoro, sanità, città unica
«Il nostro programma lo stanno scopiazzando tutti. Danno colpetti sul passato ma poi tutti parlano bene della Rende di ieri». Una Rende oggi sfilacciata e da ritessere.
«Questa deve essere una città che investe sui suoi figli. Mettere al centro la persona significa affermare con forza che le città non sono insiemi di palazzi perché in quei palazzi ci sono uomini, donne e bambini che quando escono dai palazzi devono trovare ciò di cui hanno bisogno. Rende deve tornare a essere una città amica dei bambini, degli anziani, delle coppie giovani, delle madri che lavorano».
E poi il lavoro. «Il lavoro ai giovani lo deve dare l’impresa e noi che abbiamo una grande università e una grande area commerciale e industriale dobbiamo chiedere ai rettori di non firmare protocolli d’intesa perché i giovani non mangiano coi protocolli d’intesa». Premiare il merito senza dimenticare gli ultimi. «A chi merita bisogna dare sostegno e opportunità di successo, ma a chi soffre non possiamo chiedere che merito ha, a queste persone dobbiamo stare vicino perché hanno bisogno».
E ancora la sanità. «Faremo una grande battaglia. Vogliamo l’ospedale e proponiamo che si faccia nell’area universitaria. Se mi darete l’onere e l’onore di rappresentarvi eserciterò fino in fondo il ruolo di prima autorità sanitaria del territorio».
Infine la città unica. «Mi rimproverano di parlarne troppo. Potete dormire sonni tranquilli sul fatto che non mi farò tirare la giacca da nessuno. Ma su alcuni temi il confronto deve esserci. Se il fidanzamento si farà, presenteremo alla popolazione un progetto e su quello vi chiederemo di esprimervi, non sul nulla».
Liste giovani: «Prepariamo la nuova classe dirigente»
A farsi portatori di queste istanze, i candidati delle cinque liste. «Liste piene di giovani donne e giovani uomini», sottolinea Principe. «Il prossimo sindaco di Rende lo dobbiamo preparare insieme. Il mio compito è quello di fare da papà alla nuova classe dirigente. Vogliamo riportare la politca a livelli alti, basta con la politica da marciapiede».
Manna, sindaco di una città “alla deriva”
L’ultima stoccata a Marcello Manna, sindaco uscente, è “artistica”. Le sculture poste davanti al Comune? «Sono orribili», dice Principe, «buone solo per cuocervi sopra qualche uovo d’estate quando superano i quaranta gradi. Le hanno intitolate ‘Alla deriva’. Forse il sindaco ha voluto certificare con delle sculture il fatto che ha portato la città alla deriva».
“Mi sento già vincitore”
Un saluto agli amici, “figure del riformismo”, presenti in sala: Cesare Marini, Franco Laratta, Giuseppe Aieta. A cui aggiunge l’assente Orlandino Greco. Un altro saluto a Carlo Tansi.
E al suo popolo, che congeda così come l’aveva accolto. Dicendosi commosso. «Mi sento già vincitore stasera perché il vostro affetto, l’incoraggiamento che mi è arrivato in queste settimane, l’accoglienza che sto ricevendo nei quartieri è la cosa che mi gratifica di più. Per chi come me è in campo da tanti anni, verificare che i sacrifici e i successi del passato sono nel cuore dei rendesi non può che commuovere». (Mariassunta Veneziano)