Le email inviate al settore Welfare tornano indietro al mittente ed è impossibile utilizzare l’indirizzo indicato da Palazzo dei Bruzi per provare a chiedere i buoni spesa per l’emergenza alimentare.
Dopo i problemi del sito dell’Inps, protagonista in negativo delle cronache nazionali degli ultimi giorni, anche il Comune di Cosenza è andato in tilt. E non certo per sovraccarichi dei server come quelli dell’istituto previdenziale , che si è trovato a dover gestire una quantità elevatissima di utenti connessi in contemporanea. Il Settore Welfare di Cosenza, più banalmente, sembra avere la casella di posta elettronica piena.

Un piccolo test dopo tante segnalazioni

Dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini, abbiamo provato a verificare la cosa inviando alcune email per simulare una richiesta come quelle che tanti bisognosi hanno provato a fare. Nulla che potesse generare difficoltà per il sistema, anzi: alle comunicazioni abbiamo allegato solo il modulo (non compilato) messo a disposizione dal Comune e una foto di dimensioni ridottissime al posto di quella del documento d’identità necessaria per presentare la domanda.
I due file, messi insieme, non raggiungevano nemmeno 1 MB, “peso”che l’email di chiunque è capace di “assorbire” tranquillamente. Non quella indicata dal Comune ai cittadini però, tant’è che dopo ogni invio nel giro di pochi secondi abbiamo ricevuto due messaggi. Il primo diceva che la nostra email era partita normalmente. Il successivo, che quella stessa email era tornata indietro senza poter raggiungere il destinatario. C’era anche spiegato il perché, che citiamo testualmente: «utente a cui si sta inviando email ha superato lo spazio». Non trattandosi di astronavi, lo spazio di cui si parla è inequivocabilmente quello richiesto per ricevere comunicazioni. Nel caso specifico, le richieste dei cittadini che soffrono per l’emergenza alimentare.

Centinaia fuori casa solo per i buoni spesa

Giova ricordare che ci sono solo due modi per richiedere al Comune i buoni spesa via internet e li hanno stabiliti in municipio. Uno prevede che il cittadino bisognoso abbia una PEC personale, ma non sono tanti a disporre di un indirizzo di posta elettronica certificata. Per ottenerlo sono necessarie procedure più lunghe di quelle per crearsi l’indirizzo email che ormai ha quasi chiunque. In più, il servizio è a pagamento, salvo casi in cui è possibile usufruirne gratis per un periodo limitato. Ed infatti le richieste dei cosentini inoltrate via Pec, secondo i dati diffusi ieri sera da Palazzo dei Bruzi, il primo giorno sono state meno dell’8% del totale: 33 su 417.
L’altro modo è, appunto, l’email tradizionale. Ma, come riportato in precedenza, è impossibile servirsene perché quello che si invia torna indietro. Sarà pura casualità il fatto che il restante 92% delle domande iniziali sia stato consegnato a mano?

Un’eccezione che sembra diventata la regola

Un terzo modo per chiedere i buoni spesa, infatti, esiste: ci si può sempre recare fisicamente a consegnare il modulo all’Urp in piazza dei Bruzi, nell’ex circoscrizione di via Popilia o negli uffici del Welfare su via degli Stadi. Ma è lo stesso Comune di Cosenza ad aver specificato che quest’ultima soluzione deve essere l’eccezione alla regola, uno strappo concesso solo chi non ha cellulari, tablet o computer. Se tutti uscissero per consegnare il modulo – solo il primo giorno lo hanno fatto 384 persone – si rischierebbero assembramenti, con tutte le nefaste e ormai note conseguenze del caso.
Prima che una casella di posta elettronica si intasi occorre che riceva migliaia e migliaia di email: non sarebbe ora che qualcuno nel settore Welfare cancellasse qualche vecchia comunicazione per liberare lo spazio necessario a evitare pericoli per i cittadini?