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Il tribunale di Cosenza emette la sentenza di primo grado in relazione al fallimento dell’azienda cosentina. Maraniello, Ciavarella e Casciaro puniti con un anno di reclusione (pena sospesa), ma assolti per altri due capi d’accusa come Pellegrino, Marchese e De Rose
Tre condanne e tre assoluzioni. Finisce così il processo di primo grado relativo al fallimento di “Valle Crati spa” nel quale erano imputati Giovanni Maraniello, Francesco Casciaro, Corrado Ciavarella, Attilio Pellegrino, Giosè Marchese e Antonio De Rose, accusati – a vario titolo – dalla Procura di Cosenza di bancarotta fraudolenta e preferenziale. Dei tre capi d’accusa regge soltanto l’ultimo, ovvero quello in cui Maraniello, Ciavarella e Casciaro «procedevano, nel corso del 2009 ed in epoca prossima alla dichiarazione di fallimento, pur conoscendo lo stato di insolvenza della predetta società, manifestatosi già nel corso del 2008, a liquidare in proprio favore compensi per un ammontare totale di 67.437,29 euro così suddivisi: 47.324,29 euro a Emilio Giglio; 3.796 in favore di Corrado Ciavarella; 5519 euro in favore di Giovanni Maraniello; 10798 euro in favore di Francesco Casciaro». I tre imputati sono stati condannati a un anno di carcere (pena sospesa) e al pagamento delle costituite parte civili, rappresentate nel processo dagli avvocati Aurelio Sicilia, Paolo Guadagnolo, Francesco Boccia e Dario Scrivano. Il tribunale di Cosenza in composizione collegiale invece ha assolto Maraniello, Ciavarella e Casciaro per i capi A e B perché il fatto non sussiste, mentre ha assolto Pellegrino, Marchese e De Rose – difesi dagli avvocati Ferruccio Mariani e Domenico Mariani – dal secondo capo della rubrica imputativa perché il fatto non costituisce reato. Nel collegio difensivo anche gli avvocati Vincenzo Adamo e Franz Caruso. (redazione cronaca)
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