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La direttiva Bolkestein è esplosa come una bomba a ridosso dell’estate. Le norme dell’Unione Europea che impongono di mettere a gara le concessioni balneari hanno colto alla sprovvista i Comuni costieri calabresi che si trovano senza risorse umane e competenze tecniche per mettere a bando tutte le spiagge comunali.
Ne abbiamo parlato con Maurizio Aiello che gestisce tre lidi sulla costa tirrenica cosentina. Secondo l’imprenditore alla fine questa estate i vecchi lidi apriranno tutti, proprio per la difficoltà dei Comuni a svolgere le gare. Ovviamente tutto questo inciderà sulla qualità complessiva dei servizi, visto che questa situazione di stallo invita tutti gli imprenditori alla prudenza e scoraggia investimenti di lungo termine. Serve però una norma transitoria per assicurare questa ipotesi. Molto più complesso, invece, è il discorso sul futuro.
Il primo punto è capire come verranno fatte le gare e come verrà riconosciuto l’avviamento, ovvero tutti gli investimenti effettuati, da parte di chi esce per far posto ai vincitori della gara. Ci sono investimenti realizzati spontaneamente dai titolari, ma anche molti altri che sono stati imposti dai Comuni. Come verrà calcolato il valore di queste migliorie? A quali prezzi e sulla base di quali parametri verrà calcolato il prezzo di gara?
Il secondo aspetto riguarda cosa succederà con le gare. Aiello dice che molti lidi calabresi sono a conduzione familiare. Questo significa che c’è un rapporto particolare fra gestori e clienti. Aiello fa l’esempio dei supermercati che hanno sostituito i vecchi alimentari. Se prima c’era un rapporto stretto con il salumaio, oggi è difficile che qualcuno conosca il banconista del grande supermercato. Tutto ciò per dire che le gare attireranno le grandi holding, lecite e non lecite dice Aiello, che hanno la disponibilità finanziaria per accaparrarsi i migliori pezzi di spiaggia in Calabria come a Portofino o sulla riviera romagnola. Il problema è che per le multinazionali del turismo il cliente è solo un numero, viene meno tutto quel rapporto che esiste invece oggi.
La coda dell’intervista, invece, nasconde una piccola chicca ovvero la fonte d’ispirazione che ha avuto Aiello nel lontano 1979 quando ha aperto a Cosenza il primo pub della Calabria.