Dai cinque cerchi al pulsante play su sfondo rosso. Dalle Olimpiadi a Youtube. Dal Cristo di Corcovado alle case abbandonate. La carriera sportiva di Antonio Lavitola è finita bruscamente, ma a trent’anni l‘ex pugile professionista si è reinventato entertainer. Un progetto partito a inizio 2025 e che sembra aver già trovato la giusta cifra: visitare edifici abbandonati in provincia di Cosenza.

«Ogni luogo ha una storia da raccontare. Per esempio, abbiamo esplorato un casolare che un tempo era un centro di cura per la malaria, poi trasformato in istituto alberghiero. Se fosse stato riqualificato, avrebbe avuto un grande potenziale, invece l’abbiamo trovato in uno stato di abbandono sconcertante». E questo è solo l’inizio di una storia che coincide con una rinascita.

A un passo dal sogno: l’infortunio che fermò Antonio Lavitola

Nel 2016 Antonio Lavitola era a un passo dalle Olimpiadi di Rio. Quello che era iniziato come un gioco si era trasformato in qualcosa di serio. «Ho iniziato il pugilato per divertimento, ma il mio maestro ha visto del potenziale in me. Dopo sei mesi mi chiese se volessi partecipare ai Campionati Nazionali Esordienti. Accettai senza aspettative e vinsi il torneo, addirittura per KO in finale». Da quel momento, gli allenamenti si intensificarono con l’obiettivo di puntare più in alto.

Fino al 2015, l’anno dell’esplosione. «Vinsi sia i Campionati Universitari Italiani sia il prestigioso Guanto d’Oro d’Italia, un torneo al quale si partecipa solo tramite invito. Per me era un po’ una maledizione, visto che Ho partecipato tre volte, ma per due volte persi in finale contro Daniele Scardina, un mio grande amico». La vittoria arrivò contro Ivan Zucco, dopo ci fu la chiamata in Nazionale e l’opportunità di qualificarsi per le Olimpiadi in Estonia. Ma un mese prima, un infortunio alla spalla cambiò tutto. «Mi ruppi due tendini. Da lì è iniziato il declino della mia carriera pugilistica».

La sfortuna e la rinascita, dal pugilato a Youtube

Non fu facile riprendere il controllo della propria vita. «Ci rimasi molto male, perché avevo dedicato dieci anni della mia vita al pugilato, con sacrifici enormi. Mi allenavo tutti i giorni per quattro-cinque ore, rinunciando a uscite e divertimento. Quando sei così vicino al tuo sogno e all’improvviso tutto svanisce, è una sensazione terribile, come svegliarsi nel momento più bello di un sogno». Poi però Antonio Lavitola riparte. Quasi subito a dire la verità. Prima il crossfit, «e dopo poco ero in nazionale», adesso Youtube.

«Era un’idea che avevo da anni, ma tra sport e lavoro non avevo mai avuto tempo. Già da piccolo con i miei amici facevamo video, ma non potevamo condividerli. Non c’erano i mezzi odierni. Poi ho deciso di provare, creando un format che unisse le mie passioni: esplorare luoghi abbandonati e raccontarne la storia». Il primo video ha avuto un grande successo e il progetto è decollato.

Fra Youtube e Sport, il futuro di Antonio Lavitola

Se dieci anni fa Youtube era un passatempo, oggi non si scherza. Lo sanno anche le aziende, che puntano sui creator sponsorizzandone diversi. E lo sa bene anche Antonio Lavitola, che pur essendo partito da poco sembra conoscere bene il suo nuovo mondo. «Oggi fare lo YouTuber è un vero lavoro. Anni fa ti prendevano in giro, ora è una professione a tutti gli effetti. Ci sono creator che seguo da anni che lavorano duramente. Non è solo girare video, bisogna montare, fare copertine, pianificare contenuti. Io edito tutto da solo, spesso la sera dopo il lavoro».

Secondo Antonio Lavitola l’intrattenimento digitale crescerà ancora: «I social hanno un potere enorme, e chi crea contenuti ha una responsabilità. Alcuni canali trasmettono messaggi sbagliati, specialmente ai più giovani, creando aspettative irrealistiche». E allora è necessario, secondo l’ex pugile, veicolare messaggi positivi per i giovani. «Il primo è quello di fare sport, anche solo come valvola di sfogo. Il secondo è che per ottenere le cose bisogna faticare: non esiste il tutto e subito, ci vuole pazienza». E ne aggiungiamo un terzo: che si può rinascere anche dopo che la sfortuna ti blocca a un passo dal sogno.