Gli stipendi a Cosenza si confermano tra i più bassi del Paese, con la provincia che occupa il terzultimo posto in Italia. A lanciare l’allarme è il segretario generale della CGIL Cosenza, Massimiliano Ianni, che sottolinea come la situazione non sia nuova. «Abbiamo un tessuto produttivo debole con pochi investimenti industriali e una forte dipendenza da settori a bassa retribuzione, come servizi, edilizia e agricoltura», spiega. E poi aggiunge: «Il dilagare del lavoro nero e la precarietà contribuiscono ad abbassare i livelli salariali. D’altro canto, le politiche pubbliche per il lavoro risultano insufficienti»

Stipendi bassi a Cosenza, potere d’acquisto in calo in Italia

Uno dei problemi principali legati agli stipendi di Cosenza è la mancata crescita reale dei salari. Secondo le ultime analisi, il potere d’acquisto in Italia è calato del 9%. «Gli aumenti contrattuali sono minimi, mentre l’inflazione riduce il potere d’acquisto», afferma Ianni. «L’aumento dei prezzi dei beni essenziali, come latte, pane e gas, pesa sulle famiglie, che spesso faticano ad arrivare a fine mese». Secondo il sindacalista, senza un intervento deciso, la situazione economica delle famiglie continuerà a peggiorare, con effetti negativi sul tessuto sociale e sulla qualità della vita.

La precarietà lavorativa e il potere d’acquisto colato a picco si riflettono anche sulla natalità. «Se la gente non lavora o ha salari bassi, difficilmente può permettersi una famiglia», evidenzia Ianni, citando i dati dell’Istat che segnalano un calo storico delle nascite. Inoltre, la mancanza di misure di sostegno per le giovani coppie, come asili nido accessibili, scoraggia ulteriormente la natalità. E gli stipendi a Cosenza troppo bassi fanno il resto.

La CGIL e le iniziative di contrasto all’emigrazione giovanile

Ianni è reduce da un incontro, nelle scorse ore, sull’emigrazione giovanile. «Negli ultimi dieci anni, oltre 200.000 giovani hanno lasciato la Calabria, molti dei quali altamente qualificati. Se la tendenza continuerà, entro il 2043 la regione perderà altri 400.000 abitanti, trasformandosi in un territorio popolato solo da anziani». Il rischio? «La desertificazione economica e sociale. E senza misure urgenti – conclude Ianni – il declino sarà irreversibile». Fra queste, anche la richiesta di salario minimo. Che inciderebbe, secondo il sindacalista, in modo netto sul primo problema. Ovverosia gli stipendi in provincia di Cosenza. Che sono fra i più bassi d’Italia.